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A Cosenza una bambina di 8 anni ha ricevuto per posta una cartella esattoriale relativa a un debito del padre, scomparso da poco. L’importo da saldare? 440 euro per un acconto non versato sul TFR. Questo episodio – raccontato sulle colonne del Quotidiano del Sud – ha sollevato interrogativi e preoccupazioni sulle pratiche delle agenzie fiscali e sulle loro conseguenze sui più vulnerabili.
Un caso unico
È raro che una cartella esattoriale venga inviata a un minorenne. La situazione si complica ulteriormente poiché la bambina non è l’unica a ricevere il provvedimento. Anche il suo fratellino di 6 anni e la sorella di 12 sono stati coinvolti, in quanto eredi diretti del padre. Questa situazione ha destato non poche polemiche, poiché pone interrogativi sulla legalità di tali pratiche nei confronti di minori.
La reazione della famiglia
Incredula e preoccupata, la madre dei piccoli ha deciso di contattare l’associazione Giustitalia, che si occupa della difesa dei diritti dei cittadini. «Non potevo credere a quello che stavo leggendo», ha dichiarato la madre. Con l’assistenza dell’associazione, ha presentato un’opposizione alla Commissione Tributaria, evidenziando due aspetti fondamentali.
Le questioni legali
Il primo punto sollevato riguarda il fatto che i minori non possono essere soggetti a sanzioni amministrative, nonostante possano essere coinvolti in rapporti giuridici. Il secondo aspetto critico è il termine di prescrizione: il presunto debito risale al 2009, ben oltre il termine previsto per la riscossione. Questo ha portato l’associazione a sostenere che il debito era non solo ingiusto, ma anche inaccettabile.
La voce di Giustitalia
Luigi De Rossi, portavoce dell’associazione Giustitalia, ha commentato la vicenda: «Si tratta di un ‘modus operandi’ che, approfittando dell’ingenuità e della buona fede dei contribuenti, tenta di far cassa alle loro spalle». Questo commento sottolinea la crescente preoccupazione riguardo ai metodi utilizzati da alcune agenzie fiscali per recuperare crediti, spesso ignorando i diritti dei cittadini, in particolare quelli dei più giovani.
La battaglia giuridica
Nonostante le difficoltà legate ai costi legali, che spesso superano l’importo della cartella stessa, l’associazione è determinata a combattere questa ingiustizia. «Noi, come associazione a tutela dei consumatori, saremo sempre al loro fianco», ha affermato De Rossi. Nel caso della bambina di 8 anni, sono stati predisposti tutti gli atti necessari e ora si attende la pronuncia del giudice competente.