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Il Simeu, Società di medicina di emergenza e urgenza, non ci va leggera, i Pronto soccorso sono da più parti ormai al collasso. A destare allarme è la situazione nel Cosentino, dove la situazione dei contagi ha messo in allarme diversi sindaci alle prese con focolai sui territori dei propri comuni e dove gli ospedali si ritrovano a gestire un’emergenza per la quale hanno le armi spuntate. Nel capoluogo bruzio, tra le corsie dell’Annunziata sono stati attivati 7 nuovi posti per i malati Covid, ma sono stati occupati nel giro di 48 ore.
Appena pochi giorni fa la consigliera regionale della Lega Simona Loizzo parlava di «situazione esplosiva» nel Pronto soccorso del presidio cosentino «con soli sette medici in servizio che mette a rischio l’erogazione dei servizi». Ad aggravare la situazione negli ultimi giorni, anche il focolaio divampato nella rsa di Bisignano.
Al Pronto soccorso di Corigliano-Rossano e al Polo Covid continuano a giungere da tutto il territorio ambulanze con pazienti contagiati dal virus e si denuncia la condizione del personale “assediato” tra la gestione di pazienti con patologie ordinarie e soggetti Covid. La situazione in riva allo Ionio si è fatta più calda negli ultimi giorni anche a causa dei focolai di Campana e Longobucco.
«La classe politica – dichiara Salvatore Manca, presidente nazionale Sime – non si rende conto che sta succedendo proprio questo. E accade soprattutto al di fuori dei grossi poli, là dove ci sono ospedali universitari in cui ci sono molti specializzandi, che tendono per fortuna a rimanere ancora animati dalla bellezza del mestiere. Capita nei centri di medie e piccole dimensioni, luoghi in cui la popolazione ha in generale meno servizi sanitari a disposizione».
Conclude Manca: «Bisogna accordarsi con il ministero dell’Università e della Ricerca affinché gli ospedali diventino luogo di formazione e gli specializzandi vengano mandati e integrati nei servizi ospedalieri da subito, se questo non accadrà i pronto soccorso rischiano veramente di chiudere e questo sarebbe un danno gravissimo alla comunità».