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Io sottoscritta Prof.ssa Margherita Neri formulo la presente per diffidare la Redazione del quotidiano “Cosenza Channel”, invitando ad una formale rettifica e smentita ex art. 8 della l. 47/1948 relativamente all’articolo di Marco Cribari “Processo Bergamini, arrivano i medici legali – A ottobre le testimonianze di Testi, Bolino e Fineschi. Sentiti oggi altri cinque compagni di squadra”, pubblicato in data 08/09/2022.
L’articolo di cui all’oggetto, riportando la notizia dei testimoni e consulenti tecnici che il P.M. ha citato per l’udienza del 25 ottobre p.v., ha veicolato notizie del tutto false, assolutamente prive di fondamento, surrettiziamente dispregiative della mia dignità professionale e che contrastano con la realtà processuale del procedimento relativo alla morte del calciatore Donato Bergamini che si sta attualmente celebrando avanti la Corte d’Assise di Cosenza.
Processo che pure mi risulta il giornalista autore dell’articolo, Marco Cribari, segue fin dal principio, avendone fino ad oggi svolto la cronaca giudiziaria sulle pagine de “Il Quotidiano del Sud”, dimostrando più volte di conoscerne approfonditamente gli atti.
In particolare si vedano i seguenti passaggi:
1) “Il processo sul presunto omicidio di Donato Bergamini riparte a rilento dopo la lunga pausa estiva, ma con una data spartiacque in più rispetto al passato. Il prossimo 25 ottobre, infatti, a essere convocati in aula saranno i professori Roberto Testi e Roberto Bolino, autori della prima perizia che, nel 2012, avanzava l’ipotesi di un Bergamini già morto prima di essere investito dal camion, introducendo il tema del possibile soffocamento, ma solo in termini di “compatibilità”.
Si tratta di una palese mistificazione del risultato della consulenza tecnica medico-legale svolta dai Prof.ri Bolino e Testi per la Procura di Castrovillari e depositata nel 2013. Contrariamente a quanto afferma il Sig. Cribari, infatti, i Prof.ri Bolino e Testi non hanno introdotto il tema del soffocamento di Donato Bergamini in termini di pura compatibilità: li stessi hanno affermato con certezza che fosse maggiormente plausibile che al momento dell’investimento BERGAMINI DONATO fosse già deceduto o in condizioni di assai ridotta vitalità (ovvero in limine vitae).
1) “Con Testi e Bolino sarà in aula anche il professor Vittorio Fineschi, guru delle nuove teorie di medicina legale che dal 2017 in poi hanno ammantato di “alta probabilità” la pista omicidiaria riferita al caso Bergamini. Quel giorno, infine, sarà sentita anche Margherita Neri, stretta collaboratrice di Fineschi che, nelle fasi della nuova autopsia eseguita sul corpo del calciatore, era consulente di parte per conto della famiglia Bergamini”.
In relazione a tale passaggio, si evidenziano plurime falsità che coinvolgono direttamente la sottoscritta, al punto da risultare spregiative nei confronti della mia dignità professionale. A tacere del fatto che il Prof. Fineschi non è, come sostenuto dal Cribari, consulente di parte civile, è altresì falso e finanche mistificatorio affermare che la sottoscritta è stretta collaboratrice di Fineschi e che, nelle fasi della nuova autopsia eseguita sul corpo del calciatore, sono stata consulente di parte per conto della famiglia Bergamini. Ciò in quanto la sottoscritta è stata nominata consulente tecnico della Procura di Castrovillari nell’ambito delle operazioni medico-legali relative al decesso di Donato Bergamini nelle attività di indagine svolte dal 2017, e pertanto non è consulente tecnico della parte civile. Se pure è fisiologica la collaborazione tra la parte civile e l’ufficio di Procura, una simile grossolana imprecisione non può che essere una scelta deliberata del giornalista che, come detto, conosce perfettamente gli atti processuali. Ciò vieppiù alla luce della scelta di definire la sottoscritta quale “stretta collaboratrice” del Prof. Fineschi: chi scrive, infatti, pur avendo a lungo perfezionato la propria formazione professionale proprio nell’ambito dell’illustre scuola di medicina legale del Prof. Fineschi, è ormai Professoressa presso l’Università di Ferrara dal 2016, con uno specchiato curriculum accademico, consulente tecnico nominato da numerosi uffici di Procura in diversi procedimenti penali, mentre il prof. Fineschi opera a Roma ormai dal 2013. La sottoscritta, dunque, non può essere descritta come una mera “stretta collaboratrice” del Prof. Fineschi: in considerazione del curriculum di chi scrive e della carriera svolta e riconosciuta in ambito medico-legale ed accademico, una simile affermazione è perfino volontariamente spregiativa.
Il giornalista, pertanto, nell’ambito di ripetute mistificazioni dei fatti processuali, ha fornito informazioni false ed offensive della dignità professionale della sottoscritta, col solo fine di diffondere notizie tendenziose in relazione al processo relativo alla morte di Donato Bergamini.
In ragione di tutto ciò la sottoscritta chiede che venga tempestiva pubblicata una formale rettifica con diffusione pari a quella dell’articolo del 08/09/2022, chiarendo quanto sopra specificato.
Sostenere il contrario senza alcun fondamento oggettivo è inoltre idoneo ad integrare gli estremi del reato di diffamazione di cui all’art. 595 c.p.
Si diffida pertanto la redazione di “Cosenza Channel” a dare seguito alla richiesta di rettifica ed a pubblicare una formale smentita di quanto sostenuto nell’articolo del 08/09/2022, in quanto diffamatorio della reputazione e della dignità professionale della sottoscritta, riservandosi ogni azione, sia in sede civile che penale, anche per il risarcimento del danno e la comminazione delle sanzioni civili, senza ulteriore preavviso.
Tanto si doveva.
La nostra replica
Abbiamo scelto di pubblicare integralmente la nota trasmessa dalla professoressa Neri. Abbiamo scelto, cioè, di rendere pubblico il contenuto della lunga “precisazione” che non si limita a rettificare – poteva starci, certo – la piccola distrazione del collega sul ruolo della professoressa Neri quale consulente tecnico della Procura di Castrovillari e non già della famiglia Bergamini, ma si spinge a ipotizzare (in maniera offensiva) ricostruzioni “tendenziose”, quindi di parte rispetto a una vicenda in piena fase dibattimentale. I passaggi sulla conoscenza degli atti da parte del collega Marco Cribari e i riferimenti ai suoi trascorsi al “Quotidiano del Sud”, con il successivo e continuo rimando a “diffide” che hanno il gusto dell’avvertimento, si giudicano da sé. Però qui in Calabria, e a Cosenza, abbiamo battaglie assai più complesse e delicate da condurre a vantaggio della parte sana della società per poterci preoccupare d’altro. Il resoconto (e racconto) del processo resterà in carico ai colleghi Marco Cribari e Antonio Alizzi, che lo seguono con indipendenza e pieno rispetto della deontologia professionale sin dalle prime battute: su questo solco continueranno a muoversi, che a qualcuno piaccia o meno. (p.p.c.)
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Esimia professoressa Neri, mi pare di capire che secondo lei avrei volutamente sbagliato a indicarla come consulente di parte civile piuttosto che della Procura al fine di insinuare in modo sottile che i periti incaricati di eseguire la nuova autopsia sul povero Bergamini non fossero del tutto indipendenti nel giudizio. La tranquillizzo subito: è stato solo un refuso – peraltro veniale – che provvedo a correggere. Mi spiace abbia perso tempo a costruirci attorno un ragionamento così complottista, una telefonata sarebbe bastata a chiarire l’equivoco.Per il resto, non ho mai scritto che Fineschi è consulente di parte civile, e non vedo cos’abbia di offensivo l’espressione “stretta collaboratrice”. Tuttavia, sulla scorta delle su precisazioni, lo sostituiremo con “allieva”.Riguardo a Testi e Bolino, infine, lascerei che siano loro a smentirmi. Ma detto fra noi: dubito che lo faranno.
Marco Cribari