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Tre imputati sono accusati di aver tentato di estorcere 10mila euro a un imprenditore di Trebisacce. La Dda di Catanzaro, nella giornata del 19 aprile 2022, ha invocato altrettanti condanne nell’ambito di un processo in corso di svolgimento davanti al tribunale collegiale di Castrovillari. A giudizio ci sono Leonardo Abbruzzese detto Nino, Francesco Lione e Francesco Di Bello, ai quali la pubblica accusa – rappresentata dal magistrato Alessandro Riello – contesta anche l’aggravante del metodo mafioso. Ciò deriva dal fatto che Abbruzzese si sarebbe presentato alla persona offesa quale figlio di “Ciccio u’zingaru” di Cassano Ionio. La richiesta che sarebbe stata avanzata dagli imputati era quella di ottenere senza pagare un carico di fuochi d’artificio per il valore della cifra riportata nel capo d’imputazione.
La persona offesa, tuttavia, ha deciso di denunciare i fatti, confermando (dal punto di vista accusatorio) le circostanze che hanno portato i tre imputati a scegliere il rito ordinario per difendersi dalle rispettive accuse. L’uomo, infatti, sarebbe stato cercato più volte dai soggetti finiti davanti al tribunale di Castrovillari per ottenere l’ingiusto profitto dell’estorsione. In realtà, secondo quanto ricostruito, uno dei tre imputati, vale a dire Francesco Di Bello, avrebbe rivelato alla vittima il vero intento, ovvero quello di consumare un’estorsione nei suoi confronti, invitandolo quindi a non cedere. Questo, però, non ha evitato una richiesta di condanna a un anno e 8 mesi di reclusione, seppur il pm Riello abbia chiesto il riconoscimento dell’attenuante di cui all’art. 56 co. 4 c.p.
Per Leonardo Abbruzzese, invece, la Dda di Catanzaro ha invocato una condanna a 6 anni e 8 mesi di reclusione e una multa di 6mila euro, mentre per Francesco Lione l’accusa ha chiesto 4 anni di carcere e 3mila euro di multa. Il prossimo 12 luglio 2022 sarà la volta del collegio difensivo composto, tra gli altri, dagli avvocati Rossana Cribari, Giuseppe Mainieri, Carlo Esbardo e Domenico Zingone.