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Quattro persone sono state fermate dalla Guardia di Finanza di Catanzaro con l’accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso nell’ambito di un’operazione che ha riguardato il controllo da parte di una cosca di ‘ndrangheta di alcuni villaggi turistici nella cosiddetta “Costa degli Dei“, in provincia di Vibo Valentia. L’operazione é stata coordinata dalla Dda di Catanzaro. Le persone fermate sono accusate di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori e favoreggiamento della latitanza.
L’operazione è stata condotta dal Comando provinciale di Catanzaro della Guardia di Finanza, con la collaborazione dello Scico. I quattro fermi sono stati fatti in esecuzione di un decreto emesso dalla Procura antimafia di Catanzaro e rappresentano l’epilogo, riferiscono gli investigatori, di una complessa indagine svolta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria-Gico della Guardia di Finanza di Catanzaro. Il controllo delle strutture turistico-alberghiere avrebbe consentito alla cosca di ‘ndrangheta coinvolta di condizionarne la gestione, soprattutto nell’ individuazione dei fornitori di beni e servizi e del personale da assumere. Nell’operazione sono stati impiegati oltre 100 finanzieri, con l’ausilio di unità antiterrorismo e pronto Impiego e della componente aerea del Corpo.
Nell’ambito dell’operazione sono stati sequestrati beni mobili ed immobili per un valore di 11 milioni e mezzo di euro, tra cui alcuni villaggi turistici del Vibonese. Nel provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza è compresa una serie di fabbricati, terreni, quote di partecipazione, complessi aziendali, ditte individuali ed autoveicoli. Le persone indagate nell’inchiesta sono complessivamente 14.
In uno dei complessi alberghieri della “Costa degli Dei”, nel Vibonese, sequestrati dalla Guardia di Finanza nel corso dell’operazione condotta stamattina, si sarebbero svolti alcuni incontri tra esponenti di Cosa nostra siciliana e della ‘ndrangheta finalizzati all’attuazione della cosiddetta “strategia stragista”. Nel corso degli incontri, che si sarebbero tenuti dopo gli omicidi dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i rappresentanti della mafia siciliana, secondo quanto hanno riferito alcuni pentiti, avrebbero proposto a quelli della ‘ndrangheta di aderire alla strategia stragista portata avanti in quel periodo.
I fermati
- MEGNA Assunto Natale
- CUPITO’ Domenico, alias “Pignuni”
- MANCUSO Francesco, alias “Bandera”
- MERCURIO Paolo
Gli altri indagati
- ACCORINTI Antonino detto “Nino”
- ACCORINTI Antonio
- ACCORINTI Giuseppe Antonio detto “Peppone”
- ARCURI Maria Eugenia Grazia
- BARILLÀ Elena
- BENINCASA Sabrina
- BLASIMME Teodosia
- BONAVITA Giuseppe Armando
- BONAVITA Roberta
- BONTEMPI Pierluigi
- CICONTE Domenico Antonio
- CONTI Agatino
- CRISAFULLI Giovanna
- CUPITO’ Alessio Natale
- CUPITO’ Francesco
- CUPITO’ Simone
- D’ANGELO Giuseppe
- DEMARZO Fabio
- FALSAPERNA Francesco
- FONTI Domenico
- FONTI Giuseppe
- IMBALZANO Domenico
- MANCUSO Diego
- MANCUSO Luigi
- MANCUSO Pantaleone, detenuto
- MEGNA Pasquale Alessandro
- MEGNA Giuseppe Daniele
- MOLINO Sebastiano
- MORABITO Rocco
- OLIVERI Alessandro
- PANDULLO Salvatore
- PEDULLÀ Fabio Domenico
- PELUSO Lucia
- PERFIDIO Francesco
- PERFIDIO Pantaleone
- POLITO Francesco
- RAPISARDA Francesco
- RAPISARDA Marcella
- RAPISARDA Valeria
- RIBECCO Maria
- SERGIO Giovanni
- TINE’ Paolo
- TORRISI Graziella
- ZAMPARELLI Alessandro