Il rapporto di Banca d’Italia certifica un primo semestre in controtendenza: industria, costruzioni e investimenti trainano la crescita. Ora serve continuità
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di Orlandino Greco
L’aumento del PIL registrato in Calabria nel primo semestre del 2025 – un +1,3% stimato da Banca d’Italia, superiore alla media nazionale e a quella del Mezzogiorno – non è un caso, né un fenomeno estemporaneo. È il risultato concreto di un percorso avviato negli ultimi anni: un cammino fatto di scelte, interventi, investimenti e opere che oggi iniziano a produrre effetti misurabili.
Quando un territorio cresce oltre la media nazionale, pur partendo da condizioni più fragili, significa una sola cosa: le politiche messe in campo hanno generato valore, hanno funzionato da moltiplicatori di sviluppo, hanno attivato energie che erano rimaste troppo a lungo sopite.
I dati del rapporto congiunturale della Banca d’Italia sono chiari:
• cresce il fatturato delle imprese nei primi nove mesi dell’anno;
• restano elevate redditività e liquidità;
• gli investimenti imprenditoriali mostrano una dinamica favorevole.
L’industria, dopo una fase di stabilizzazione, migliora grazie al comparto alimentare e alle utilities; le costruzioni continuano a correre, soprattutto grazie alle opere pubbliche e agli investimenti degli enti territoriali; gli interventi legati al PNRR stanno producendo effetti tangibili; il terziario cresce, pur con alcune criticità nel commercio.
Questi segnali non nascono dal nulla: sono figli di un ecosistema che ha iniziato finalmente a crederci, di una rete di interventi che ha messo al centro infrastrutture, imprese, territorio, enti locali, e che ha dato fiducia al tessuto economico calabrese.
Certo, non basta. Sarebbe un errore gravissimo considerare questo +1,3% come un punto di arrivo. La Calabria ha ancora bisogno di continuità, di stabilità nelle politiche pubbliche, di visione. Ma oggi possiamo dire con chiarezza che qualcosa si muove, che il cambiamento non è più solo una promessa: è in atto, documentato da numeri verificati e dagli effetti che cittadini e imprese iniziano a percepire.
Il surplus generato da queste azioni dimostra che quando si investe bene – nelle opere, nei servizi, nella programmazione – il territorio risponde. E risponde con crescita, occupazione, fiducia.
Il compito della politica, adesso, è semplice e allo stesso tempo decisivo: non interrompere questo processo. Consolidarlo, rafforzarlo e continuare a costruire una Calabria che non si accontenta della crescita moderata, ma che punta a stabilizzarla e a trasformarla in sviluppo strutturale.
Perché i numeri della Banca d’Italia, oggi, non fotografano soltanto una congiuntura favorevole: raccontano una Calabria che sta cambiando davvero, e che deve continuare a cambiare.

