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Di fronte agli orrori della guerra, l’Italia sta lavorando con determinazione per la cessazione delle ostilità, ma lo sforzo diplomatico potrà avere successo solo quando lo vorrà realmente Mosca. Se non si garantiscono aiuti all’Ucraina, “difendiamo il paese aggressore. Dovremmo accettare che gli ucraini perdano il loro paese e accettino la schiavitù. E’ un terreno scivoloso che ci porta a giustificare tutti gli autocrati, tutti coloro che hanno aggredito paesi inermi, a cominciare da Hitler e da Mussolini”. Il presidente del Consiglio Mario Draghi, alla Camera, si esprime così nella replica dopo le comunicazioni in vista del Consiglio europeo. “Non ci sono scuse per chi aggredisce. Non ci sono scuse”, dice in un altro passaggio riferendosi al presidente russo Vladimir Putin.
“Noi cerchiamo di fare la pace, lo facciamo fino alla fine, Macron telefona a Putin non so quante volte a settimana, ma bisogna essere in due per fare la pace”, ha aggiunto Draghi per il quale “il sostegno del Parlamento è essenziale” rispetto alla crisi ucraina. E infine conclude con un pensiero di solidarietà nei confronti dei cittadini russi: “Non dobbiamo alimentare uno scontro tra Occidente e Russia”, avallando uno “scontro di civiltà”, ci sono “cittadini russi che protestano” contro la guerra e a loro va “la mia solidarietà”.