Il fascicolo si allarga, il quadro si fa più pesante. L’inchiesta che riguarda i video intimi rubati a Stefano De Martino e Caroline Tronelli cambia pelle: il reato contestato non è più solo quello di accesso abusivo a un sistema informatico, ma revenge porn. Una definizione che porta la vicenda su un terreno molto più grave, con conseguenze penali severe e soprattutto con un significato preciso: non si è trattato di un colpo casuale, ma di un’azione mirata.

A confermarlo è la decisione della procura di Roma di affidare il caso al gruppo di pm che si occupa specificamente di reati legati alla diffusione non consensuale di materiale sessualmente esplicito, coordinato dall’aggiunto Giuseppe Cascini. L’obiettivo degli inquirenti non è soltanto individuare l’hacker che la notte del 9 agosto ha violato il sistema di sorveglianza della villa della famiglia Tronelli, ma anche capire chi potrebbe avere avuto un interesse diretto a colpire la coppia. Un interesse che potrebbe avere motivazioni economiche, di vendetta o persino di accanimento mediatico.

Secondo la ricostruzione, il pirata informatico è entrato nelle telecamere di sicurezza della villa romana di Caroline Tronelli, 22 anni, compagna del conduttore televisivo. Una volta superate le barriere digitali, ha sottratto un filmato privato della coppia. Poche ore dopo, il video era già comparso online, con una velocità inquietante che ha fatto pensare a un’operazione pianificata. Telegram è stato il primo veicolo di diffusione, seguito a ruota da altri canali social, alcuni dei quali si sono chiusi appena è stato dato l’allarme.

De Martino, 35 anni, era in vacanza in Sardegna con Caroline quando ha saputo della fuga di immagini. Attraverso i suoi legali ha sporto immediata denuncia, chiedendo che il video venisse rimosso e che si risalisse ai responsabili. Ma la macchina del web, si sa, non conosce soste: nonostante gli interventi, le immagini hanno continuato a circolare, rilanciate in gruppi chiusi e chat private, dove il clamore dello scandalo si è alimentato in tempo reale.

La procura ha messo sotto la lente non solo chi ha violato i sistemi della villa, ma anche chi ha ripubblicato i contenuti: la legge infatti non fa differenza, e chi rilancia un video rubato e intimo senza consenso diventa perseguibile quanto l’autore del furto. È uno dei punti chiave della normativa sul revenge porn, nata proprio per arginare un fenomeno che si è diffuso con l’esplosione dei social network e delle piattaforme di messaggistica.

L’impressione degli investigatori è che la vicenda non sia frutto di un attacco casuale, ma di una sorta di pesca mirata. «Colpo di fortuna» lo definirebbero i più ingenui; in realtà le modalità suggeriscono un piano preciso, forse con alle spalle un movente ancora oscuro. Ed è qui che le indagini vogliono fare luce: capire se qualcuno abbia agito per danneggiare il conduttore, volto molto esposto della tv italiana, o se invece la finalità fosse semplicemente quella di monetizzare con la vendita del filmato nei circuiti clandestini della rete.

Quel che è certo è che la storia ha scosso l’immagine pubblica di De Martino, fino a ora più associata a gossip e indiscrezioni sentimentali che a un attacco informatico di questo livello. E ha riportato al centro della cronaca Caroline Tronelli, 22 anni, che fino a qualche mese fa era poco più che un nome legato alle passerelle. Ora il suo volto, insieme a quello del compagno, diventa l’emblema di una battaglia che riguarda molti: quella contro la diffusione incontrollata di immagini private.

Sul piano giudiziario, intanto, la partita resta aperta. Gli inquirenti puntano a identificare i primi anelli della catena, dall’hacker fino a chi ha rilanciato il video, mentre il garante della privacy è chiamato a imporre lo stop definitivo alla circolazione. Ma l’esperienza insegna: quando un contenuto approda in rete, cancellarlo del tutto è quasi impossibile. E per la coppia si annuncia una lunga coda giudiziaria e mediatica, dove il confine tra la privacy violata e la curiosità del pubblico diventa sempre più sottile.