La candidata del Pd analizza i dati preoccupanti diffusi dalla Cgia di Mestre sui redditi percepiti da Cosenza a Reggio e ne attribuisce la responsabilità al “modello” proposto dal precedente governatore
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«Da un lato ci sono i reel, le foto e una narrazione fatta di slogan: dall'altro ci sono i numeri, reali e oggettivi, che non lasciano spazio ad interpretazioni sui danni che il "modello Occhiuto" ha lasciato in eredità alla Calabria e che dimostrano come i calabresi siano sempre più poveri, sempre più tassati, sempre meno tutelati».
Lo afferma Enza Bruno Bossio, candidata PD nella circoscrizione nord a sostegno di Pasquale Tridico, commentando i dati diffusi dal centro studi nazionale: «Due giorni fa è arrivata l'ennesima conferma dalla CGIA di Mestre: sull'elaborazione dei dati IRPEF: i redditi dei calabresi sono i più bassi d'Italia ed hanno la stessa tassazione dei redditi dei lombardi, che però guadagnano quasi il doppio. È questa la nostra realtà, i calabresi hanno sempre meno soldi e i giovani, sono costretti a partire.
La candidata democrat, inoltre, aggiunge come in questo scenario la Calabria continui a crescere molto meno delle altre regioni meridionali: «L'elaborazione di SRM sui dati Istat certifica ancora una volta di più il fallimento del modello Occhiuto: se il Pil del Mezzogiorno cresce in media del 6,7%, trainando la rinascita italiana, il Pil della Calabria cresce di circa la metà, al 3,5 %. La Sicilia corre con il 9,3% in più su base 2020, la Puglia al 7,7%, l'Abruzzo al 6,8% e la Campania al 5,8%. Sapete perché? Perché queste regioni hanno saputo spendere i fondi del PNRR a loro disposizione, hanno messo in atto politiche per far crescere i posti di lavoro, hanno saputo spendere le risorse».
«Oggi c'è una opportunità: -conclude Enza Bruno Bossio - fare una scelta per contribuire ad affermare un modello che dietro ai lustrini nasconde la polvere, che spreca i soldi dei contribuenti per fare propaganda e che però non fa nulla perché possa non piú accadere di morire in attesa di una ambulanza e che rimane inerme di fronte alla emigrazione delle migliori menti e competenze della nostra terra. I calabresi devono riacquistare la fiducia e la speranza verso il futuro. La Calabria deve essere una opportunità e non più terra al margine».