di Luigi Gagliardi*

Il rinvio dei congressi prolunga l’agonia del Partito democratico determinata dalla lunga presenza commissariale e culminata con l’accordo suggellato a Roma sul candidato unico. I continui aggiustamenti di regole, piegate a questa logica, dimostrano che l’ aggettivo democratico è assolutamente disconosciuto: si deve imporre la volontà degli accordi a qualsiasi costo. Se così non dovesse essere, la soluzione di prolungare la vita di commissari e sub commissari è ventilata, forse in attesa di tempi migliori per presentare liste che non rispondono ai minimi requisiti statutari.

Ieri era palese la delusione di segretari e militanti che hanno ritrovato in questa sfida, che non era nel programma romano, motivo di confronto e di valutazione, perché se è vero che i candidati unici fanno dormire sonni tranquilli a tutti, le sfide mettono a nudo le capacità di chi compete e permettono, in chi ascolta, un giudizio fondato.

È ora che tutte le paure che agitano il Pd vengano affrontate: la prossima settimana si tengano congressi, tutti, anche quelli dei circoli dei paesi inferiori ai 15 mila abitanti, ingiustamente rinviati da una delle tante inutili modifiche al regolamento Graziano, che lo stesso pubblicamente aveva detto essere “al vaglio di Roma per evitare qualsiasi problema di invalidità”. Congressi subito e tutti! (*referente Mozione Tursi)