Ospite del talk di Antonella Grippo, il candidato di Democrazia sovrana e popolare spara ad alzo zero sui rappresentanti dei due grandi poli dipinti come facce della stessa medaglia: esecutori di ordini calati dall’alto e complici di un sistema che sacrifica il popolo in nome dell’austerità
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Un outsider con l’ambizione di sovvertire le regole del gioco. È con questo spirito che Francesco Toscano, candidato alla presidenza della Regione Calabria per Democrazia Sovrana e Popolare, si presenta ai telespettatori del nuovo ciclo di Perfidia, la trasmissione di Antonella Grippo su LaC Tv, giunta alla sua terza puntata. Titolo eloquente della serata: “Il guastatore” (rivedi qui la puntata). E guastatore Toscano lo è davvero, nel senso più politico e teatrale del termine.
Parla come un uomo di trincea, con l’aria di chi non ha nulla da perdere e tanto da dire. In un’ora abbondante di intervista serrata – a tratti quasi un match dialettico con la pungente Grippo – il candidato di “Democrazia Sovrana e Popolare” spara ad alzo zero. Nessun posizionamento moderato, nessuna carezza ai grandi poli. Per Toscano, Occhiuto e Tridico sono due facce della stessa medaglia: esecutori di ordini calati dall’alto, complici di un sistema che non rappresenta più il popolo ma lo sacrifica in nome dell’austerità.
La proposta economica: «Fincalabra come nuova Iri»
Nel cuore dell’intervista, quasi come un lampo inatteso, è arrivata la proposta economica dell'avvocato e giornalista: trasformare Fincalabra, l'organismo in house providing della Regione Calabria che opera a sostegno del sistema produttivo regionale, in una sorta di nuova Iri – l’Istituto per la Ricostruzione Industriale che segnò il rilancio economico dell’Italia nel dopoguerra.
«Dobbiamo smettere di aspettare che arrivi qualcuno da fuori a regalarci qualche spicciolo – incalza Toscano –. Possiamo fare da soli. Fincalabra va trasformata in una grande finanziaria pubblica, una vera banca d’investimento capace di mobilitare le migliori professionalità calabresi e orientare lo sviluppo attraverso piani industriali concreti».
L’obiettivo è quello di creare occupazione vera, rilanciare la domanda interna e rompere il ricatto dell’assistenzialismo e della dipendenza esterna. Una proposta che strizza l’occhio alla storia industriale italiana, ma che nel contesto odierno suona quasi rivoluzionaria: «Dobbiamo importare la logica dell’Iri – spiega Toscano –. Quella era un’idea forte di Stato, che oggi va ripensata su scala regionale».
«Io sono rimasto fedele a me stesso»
Quando Grippo ricorda il passato di Toscano, la militanza nell'Udc condivisa con Roberto Occhiuto, il tono è da autodifesa ma anche da denuncia: «Io non sono cambiato – dice Toscano – sono rimasto fedele all’idea che la politica debba guidare i processi, non subirli. Chi ha cambiato strada sono i cosiddetti moderati, quelli che oggi fanno gli amministratori responsabili».
L’affondo tocca anche Pasquale Tridico, ex presidente dell’Inps e oggi in campo con il centrosinistra: «Lui ha applicato a se stesso la teoria del moltiplicatore. Appena arrivato all’Inps si è aumentato lo stipendio. Non credo lo abbia fatto per cattiveria, ma l’ipocrisia di certi grillini che predicano la povertà per gli altri è insopportabile».
Contro il “teatrino” calabrese
Toscano scende sul terreno calabrese con toni netti. Sanità allo sfascio, emigrazione inarrestabile, ospedali chiusi e zero autocritica da parte della classe politica. A chi lo accusa di essere “il terzo incomodo” utile solo a rosicchiare voti a sinistra, Toscano risponde con sarcasmo: «Proiettano su di me i loro vizi. Io non ho accordi sottobanco, né ho fatto calcoli elettorali. Sono qui per rappresentare chi non vuole più essere complice».
Né con Salvini né con Meloni
E se il centrosinistra viene bollato come “servo delle logiche europee”, il centrodestra non se la cava meglio: «Fratelli d’Italia e Lega? Sovranisti solo a parole. Hanno governato in perfetta continuità con Draghi. Nessuna discontinuità vera». Il suo sovranismo si definisce “popolare” e “democristiano nella radice”, ispirato a una visione sociale della politica.
Occhiuto? Abile, ma cinico
Su Roberto Occhiuto, Toscano usa toni meno trancianti ma non per questo più teneri: «È bravo, ha una certa intelligenza politica e una grande capacità di stare in scena. Ma è cinico, arriva a mentire anche a sé stesso. Come quando promette l’uscita dal piano di rientro della sanità a ridosso delle elezioni, dopo anni di immobilismo».
Una candidatura di rottura
Il sondaggio citato da Grippo parla chiaro: Occhiuto in testa col 54%, Tridico al 45,5%, Toscano al 0,5%. Ma lui non si scompone. «Ci candidiamo per rappresentare chi non vuole più arrendersi. Chi ha detto basta a questa farsa democratica».