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«Ho presentato querela per diffamazione contro Ferdinando Pignataro, Segretario provinciale di “Sinistra italiana” presso la Procura della Repubblica di Castrovillari». Lo afferma in una nota il segretario provinciale del Pd di Cosenza, Vittorio Pecoraro.
«La mia Segretaria mira a recuperare un rapporto e una relazione con tutte le forze politiche della Sinistra, e non ho mai nutrito pregiudizi verso il partito Sinistra Italiana di cui Pignataro è vertice provinciale. Del resto, non conosco Pignataro e non l’ho mai incontrato, e vi sono stati scambi positivi con diversi vertici di SI. Tuttavia, non possiamo stare in silenzio davanti ad accuse di coercizioni del voto provenienti da Pignataro in questa competizione elettorale» aggiunge Pecoraro.
«La vicenda è relativa alle elezioni amministrative di Saracena, dove il Partito democratico ha sostenuto la ricandidatura di Renzo Russo, giovane e bravissimo Sindaco uscente iscritto al PD, che ha stravinto anche questa tornata elettorale. In un comizio pubblico avevo sostenuto che era necessario supportare il buon governo del Sindaco Renzo Russo per sostenere un’efficace partecipazione del Comune di Saracena agli avvisi di selezione del PNRR» dichiara il segretario provinciale del Partito democratico di Cosenza.
«La mia dichiarazione richiamava la competizione fra enti locali che il PNRR ai sensi di legge prevede, ed era certamente da interpretarsi come una legittima critica politica alla capacità di programmazione e progettazione delle risorse di finanza locale da parte della lista avversaria. Lista capeggiata da Luigi Pandolfi, personaggio molto noto, non nuovo ad esperienze elettorali e ad esperienze di governo locale e territoriale, già candidato a sindaco sconfitto nel 1998, nel 2007 e nel 2017, oltre che candidato non eletto alle elezioni europee del 2019 e alle regionali del 2021, dove scese in campo con Luigi De Magistris» evidenzia Pecoraro.
«Sulla base della critica esposta, che è rimasta nel perimetro di un pieno contegno delle espressioni usate e nel merito politico della questione, sono stato vittima di attacchi verbalmente violenti da parte di un ristretto gruppo di sostenitori del candidato sconfitto Pandolfi, oltre che di un tentativo di strumentalizzare le mie parole. Addirittura, l’Onorevole Pignataro, ha sostenuto in un suo comunicato stampa la tesi di un mio tentativo coercizione del voto. Una dichiarazione gravissima, soprattutto se espressa in un territorio, come quello calabrese, che purtroppo ha conosciuto la piaga del voto di scambio» si legge nella nota.
«Non ho risposto prima del voto per non turbare la serenità dei cittadini di Saracena chiamati al voto che hanno consegnato con la schiacciante vittoria di Renzo questa polemica alla ilarità generale e la proposta di Pandolfi nuovamente alla bocciatura elettorale» sottolinea Pecoraro.
«Tuttavia, appare opportuno che i dirigenti politici siano responsabili di quanto affermino pubblicamente e rispondano delle loro azioni. Ecco perché ho deciso di agire in Tribunale. Dispiace dovere chiedere l’apertura di un procedimento penale contro un dirigente di un altro partito, ma non può essere consentito ad una persona già parlamentare e più grande di me di 40 anni, che prima di tutto dovrebbe fare esercizio di rispetto ed equilibrio, rivolgersi a me e alla nostra comunità con accuse gravi e infondate, che sviliscono il nostro costante impegno per la legalità e la trasparenza» afferma Pecoraro.
«Voglio essere dunque chiaro: noi del Partito democratico pensiamo che la competizione politica non possa mai trascendere in attacchi personali lesivi della dignità morale ed intellettuale dell’avversario, difenderemo ovunque questo principio» conclude Pecoraro.