VIDEO | Il sindaco difende con forza il sito originario di Cosenza: «Serve un HUB regionale di secondo livello, che garantisca i 200 posti letto che ancora mancano all’appello»
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«Chi professa da sempre una visione di sviluppo del territorio, che mette al centro la città-capoluogo come motore di crescita, di sviluppo di un'area che non è più l'aria urbana non può essere accusato di condurre una battaglia di campanile. L'aria urbana è una piccola cosa, abbiamo un'area vasta metropolitana che abbraccia le serre Cosentine, il Savuto, la Presila, la media Valle del Crati, che è un territorio che ha potenzialità enormi. Cosenza, piace o non piace, la città-capoluogo deve stare al centro di questo sviluppo, quindi deve essere il motore di crescita di tutta quest'area, per cui non può avere una visione campanilistica, sarebbe veramente riduttivo difendere una posizione circoscritta solo alla confine comunale». È quanto ha dichiarato il sindaco Franz Caruso in merito alla costruzione del nuovo ospedale di Cosenza.
Noi riteniamo che la funzione che svolge come servizio sanitario l'ospedale nella città-capoluogo serve per un'area che va anche oltre l'aria vasta metropolitana. A Cosenza vengono da tutta la provincia, siamo la provincia più vasta della Calabria, la seconda della Meridione e dobbiamo dare servizio ad una popolazione che va ben oltre quella della stessa aria urbana. L'ubicazione dell'ospedale deve rispondere a queste esigenze di risposta a un territorio molto vasto, e non è in contrasto con la realizzazione di eventuali strutture specialistiche che oggi si chiamano ospedali universitari, prima li chiamavano policlinici, la funzione è sempre la stessa, in Italia cambiamo i nomi ma poi le cose rimangono sempre le stesse.
Noi vogliamo un hub regionale di secondo livello che è quello dell'Annunziata di Cosenza, finanziata con Fondi Inail in un punto che risponde alle esigenze di un territorio più vasto, dove l'aveva ubicata la Regione originariamente, non noi, risponde a queste esigenze perché è collegata con la rete ferroviaria, è collegata con la statale 107, è vicino all'ingresso autostradale, è vicinissima all'università, per cui si può creare veramente un hub sanitario tra l'università e la città, importante per dare risposte di qualità ai bisogni del nostro territorio.
Noi abbiamo 724 posti assegnati, qualcuno dice 720 posti assegnati all'ospedale dell'Annunziata, ne abbiamo meno di 500, le battaglie facciamolo per dotarci di questi ulteriori 200 posti che sono necessari per dare risposte adeguate al territorio e abbiamo bisogno di sinergie, non di conflitti, io non sono per conflitti, faccio la battaglia perché ritengo che non si può privare la città-capoluogo di una struttura così importante, ma è una battaglia che facciamo non per campanilismo, la facciamo proprio perché vogliamo che la sanità da noi dia risposte sempre più positive, sempre più importante a quelle che sono le esigenze di un territorio che va ben oltre la stessa aria urbana, per cui non si possono creare contrapposizioni, noi la battaglia la facciamo perché ci crediamo, del resto la città-capoluogo qualche funzione la dovrebbe pure svolgere, se noi abbiamo sottratto la Banca d'Italia, non abbiamo più la cassa di risparmio, non ci sono sedi istituzionali, che facciamo?
La svuotiamo completamente? E allora qual è il ruolo della città-capoluogo? Che ripeto risponde alle esigenze che non sono solo della città ma di un vasto territorio, proprio perché siamo al centro di quest'area vasta metropolitana e sorrido quando qualcuno mi dice e ma adesso c'è la facoltà di medicina quindi l'università deve stare attaccata al policlinico o all'ospedale e allora che facciamo?
Siccome c'è la facoltà di giurisprudenza spostiamo il tribunale pure all'università, non sono argomentazioni accettabili queste, possono avere una logica se si fa una struttura specialistica vicino all'università ma non mi pare che adesso stia pagando l'università la lontananza dall'Annunziata e mi pare che lavorino, anzi si sta lavorando bene tra università e azienda ospedaliera e io credo che dobbiamo continuare a fare di tutto per fornire un servizio adeguato alle esigenze del nostro territorio.
La migrazione sanitaria la dobbiamo bloccare ma non la blocchiamo solo costruendo ospedale, la facciamo mettendo all'interno dell'ospedale anche personale altamente specializzato che sia di supporto al personale che già abbiamo sanitario e parasanitario che è di altissimo livello che si sta incrementando grazie agli apporti che arrivano dal mondo accademico ma che ha bisogno di strutture moderne efficienti e efficaci e di personale specializzato che veramente possa dare risposte concrete ai bisogni del nostro territorio.

