La guardia medica di Schiavonea è chiusa dal 22 dicembre e, secondo quanto trapela, il servizio di continuità assistenziale potrebbere non riprendere prima del 2 gennaio. Dieci giorni senza presidio sanitario per una frazione popolosa di Corigliano Rossano, proprio nel periodo delle festività, quando i bisogni di assistenza aumentano e gli studi dei medici di base sono chiusi.

Numerosi cittadini, ignari dell’interruzione del servizio o costretti dall’urgenza, si sono recati presso l’ambulatorio trovandolo sbarrato. Una situazione che ha spinto molte persone a rivolgersi direttamente all’ospedale, contribuendo ad aggravare una condizione già critica, con file interminabili nei Pronto soccorso e tempi di attesa sempre più lunghi.

La vicenda riaccende i riflettori su una delle principali fragilità della sanità calabrese: la continuità assistenziale, che nei periodi festivi mostra tutte le sue falle. In assenza della guardia medica, l’intero carico dell’assistenza territoriale finisce inevitabilmente per riversarsi sugli ospedali, generando un vero e proprio cortocircuito del sistema. Molti medici di medicina generale, pur con gli studi chiusi, continuano a garantire una disponibilità informale ai propri assistiti, ma il servizio strutturato dovrebbe essere assicurato dagli ambulatori territoriali. Quando questi non funzionano, l’unica alternativa resta il pronto soccorso, anche per patologie non urgenti.

Sulla questione è intervenuta la consigliera regionale Rosellina Madeo, che ha espresso forti perplessità sulla programmazione sanitaria: «Possibile – ha dichiarato – che, conoscendo carenze di personale ed esigenze del territorio, ci si ritrovi sempre nella stessa situazione a ogni festività? Che sia Natale, Capodanno o Ferragosto, il risultato non cambia: il territorio resta senza assistenza. Quando il presidente Occhiuto parlava di un’assistenza sanitaria capillare e costante in tutta la Calabria, cosa intendeva esattamente?».