Nel 2024 la provincia di Cosenza si conferma come il territorio calabrese con il più alto numero assoluto di incidenti stradali. Un dato che, letto superficialmente, potrebbe sembrare allarmante, ma che in realtà racconta una storia più complessa, fatta di mobilità in crescita, infrastrutture fragili e un equilibrio ancora instabile tra aumento dei sinistri e contenimento della mortalità.

Secondo i dati Istat, nel corso dell’anno si sono verificati 1.027 incidenti stradali nel Cosentino, con 37 vittime e 1.665 feriti. Rispetto al 2023, il numero di incidenti e feriti è aumentato in modo significativo, mentre il dato sui decessi rimane sostanzialmente invariato (+1 unità), segnando una stabilità che assume un valore rilevante se inserita nel contesto regionale e nazionale.

Cosenza da sola concentra circa un terzo di tutti gli incidenti avvenuti in Calabria nel 2024. È un primato che va letto alla luce di più fattori: l’estensione territoriale della provincia, la presenza di grandi assi viari, un’elevata mobilità interna e un sistema infrastrutturale che, soprattutto nelle aree interne e lungo alcune direttrici strategiche, mostra segni evidenti di criticità.

Il tasso di mortalità, pari a 5,5 decessi ogni 100 incidenti, colloca la provincia di Cosenza in una fascia intermedia rispetto alle altre realtà calabresi. Un valore inferiore a quello di Catanzaro, ma superiore a Reggio Calabria e Vibo Valentia. Il dato, tuttavia, acquista peso se confrontato con il trend di lungo periodo: rispetto al 2010, il numero delle vittime nel Cosentino è diminuito di quasi il 10%, confermando un lento ma costante miglioramento strutturale.

A pesare in modo decisivo è la tipologia di rete stradale. Come emerge dal report Istat, gli incidenti più gravi continuano a verificarsi lungo le strade extraurbane e provinciali, dove la combinazione tra velocità, scarsa manutenzione e carenze strutturali aumenta l’indice di mortalità. Non è un caso che le strade provinciali, in tutta la regione, presentino gli indicatori di gravità più elevati.

Anche il fattore temporale gioca un ruolo cruciale. Le fasce orarie notturne e le prime ore del mattino restano le più letali, mentre i mesi estivi e quelli di maggiore mobilità concentrano il maggior numero di sinistri. Un quadro che riflette abitudini consolidate e comportamenti a rischio ancora diffusi.

Proprio i comportamenti di guida restano una delle principali criticità. La guida distratta, il mancato rispetto delle precedenze e l’eccesso di velocità rappresentano le cause più frequenti di incidente. Dinamiche che colpiscono in particolare i conducenti tra i 15 e i 44 anni, le fasce d’età con i più alti tassi di mortalità e lesività.

Nel Cosentino, come nel resto della Calabria, la sfida non è soltanto ridurre il numero degli incidenti, ma interrompere la normalizzazione del rischio. I dati mostrano che, nonostante i miglioramenti, la strada verso gli obiettivi europei di dimezzamento delle vittime entro il 2030 è ancora lunga. E passa inevitabilmente da investimenti strutturali, controlli più efficaci e un cambiamento culturale profondo nel modo di vivere la strada.