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I recenti lavori del Convegno della Camera penale, dal titolo “Chi difende l’Avvocato”, tenutisi ieri nel Tribunale di Cosenza, si sono aperti con una severa riflessione del presidente della Camera penale Roberto Le Pera: «Non è più possibile assistere a prassi comunicative distorte da parte di taluni avvocati, fortunatamente pochi, in palese contrasto con le regole deontologiche che governano il rapporto con la stampa e gli altri mezzi di informazione».

«Il riferimento» – precisa il presidente Le Pera – «è alle propagazione di informazioni volte ad ottenere la pubblicazione di articoli di stampa caratterizzati dall’assenza dei nominativi delle parti processuali o al più con loro iniziali punteggiate, seguite e compensate, però, per dai caratteri cubitali con cui sono riportati i nominativi dei loro difensori, accompagnati, non di rado, dalle foto che immortalano gli stessi legali, condite dalla enfatizzazione di capacità professionali tali da far apparire l’avvocato una figura divina dotata di poteri miracolosi e la sentenza di assoluzione il segno di questa divina dote. Comportamenti – questi – chiaramente non dettati da stringenti esigenze di difesa e che non svolgono alcun interesse per la tutela dell’assistito, ma che sono rivelatori di finalità private e che consegnano alla società l’immagine di un’Avvocatura scomposta e volgare».
«Atteggiamenti deontologicamente scomposti» ha continuato il presidente Le Pera «che sono in grado di infondere nella pubblica opinione una visione di protagonismo forense che nulla attiene al decoro e alla dignità della Toga, anzi è l’antitesi della sua essenza, vocazione e missione. Vi è necessità che l’Avvocatura isoli incondizionatamente e senza altro ritardo questi e altri simili comportamenti; soltanto con una incessante autocritica, l’Avvocatura potrà difendersi, soprattutto, da quella malsana idea che si annida in alcuni contesti giudiziari e sociali, secondo cui l’autonomia culturale dell’Avvocato dipende dalla distanza tra le nostre scrivanie e gli assistiti».
Sono seguiti gli interventi di due Maestri del diritto, il presidente onorario della Camera penale di Cosenza, l’avvocato Antonio Feraco, e del Vicepresidente dell’Unione delle Camere penali italiane, l’avvocato Domenico Nicolas Balzano. Una lectio magistralis di diritto e deontologia, quella dei due colossi dell’Avvocatura, che ha emozionato gli Avvocati di tutte le generazioni presenti nella biblioteca “Arnoni” del COA del Tribunale di Cosenza.
La giornata di studi è stata compendiata dagli interventi della Vicepresidente e del Segretario della Camera penale di Cosenza, gli Avvocati Alessandra Adamo e Gabriele Posteraro, che hanno ricordato gli insegnamenti di figure di riferimento della Toga, tra cui il professore avvocato Luigi Gullo e l’avvocato Francesco Pagano. E’ intervenuto l’avvocato Giuseppe Milicia, Coordinatore delle camere penali calabresi, che ha espresso viva soddisfazione nel constatare l’incisività forense e sociale dell’attività associativa della Camera penale di Cosenza.
I saluti istituzionali sono stati rivolti dall’avvocato Chiara Penna, in rappresentanza del Sindaco di Cosenza, Presidente della Commissione Legalità del Comune di Cosenza e dall’avvocato Pierluca Bonofiglio, consigliere del COA di Cosenza, in rappresentanza della Presidente avvocato Ornella Nucci.
L’intero evento è stato moderato dall’avvocato Francesco Santelli, consigliere della Camera penale di Cosenza.