La giornata, organizzata dal Nuovo Sindacato Carabinieri e dall’Istituto “Luigi Palma”, ha visto la partecipazione di autorità civili e religiose e il richiamo ai valori di giustizia
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È stata la benedizione di monsignor Maurizio Aloise, vescovo di Rossano-Cariati, ad aprire la giornata dedicata a “L’albero di Falcone – Un albero per il futuro”, iniziativa promossa dal Nuovo Sindacato Carabinieri e dall’Istituto di istruzione superiore “Luigi Palma – ITI-ITG Falcone Borsellino” di Corigliano Rossano. Un momento solenne, che ha dato avvio a un incontro pensato per parlare di legalità, giustizia e responsabilità civile agli studenti, in un territorio segnato da episodi di violenza e tensioni sociali.
Rivolgendosi ai ragazzi, il vescovo ha richiamato il legame tra valori civili e spirituali, sottolineando come il rispetto delle regole sia parte integrante della convivenza. «La legalità e il Vangelo camminano insieme, perché all’odio non si risponde con altro odio, ma con la solidarietà, la fraternità e il dialogo», ha affermato Aloise. «Questa giornata è importante perché ci permette di guardare a testimoni della giustizia e del dovere, offrendo ai giovani un’occasione autentica di educazione civica».
Ha preso la parola il senatore Ernesto Rapani, componente della Commissione Giustizia che, dopo alcune valutazioni che hanno interessato i temi nazionali, ha posto l’attenzione sulle difficoltà vissute da territori complessi come Corigliano Rossano e l’area di Schiavonea. «Ricordare Falcone a trent’anni dalla sua morte significa tenere viva una testimonianza che deve partire dalle scuole», ha spiegato il parlamentare. «La legalità va insegnata ai giovani fin da subito, perché nessuno deve più voltarsi dall’altra parte, ma sentirsi parte attiva della comunità». Rapani ha parlato apertamente di allarme sociale, evidenziando come il fenomeno non riguardi solo il territorio locale, ma l’intero Paese.
«In alcune zone questa situazione viene avvertita con maggiore intensità. Le forze dell’ordine operano con grande impegno, pur in condizioni di organici ridotti», ha detto, ribadendo l’impegno del Governo nel rafforzamento della sicurezza. Il senatore ha inoltre richiamato la necessità di valutare misure straordinarie: «Ho chiesto anche di considerare l’ausilio dell’Esercito, tenendo conto della presenza di strutture operative sul territorio. È una richiesta che nasce dall’esigenza di garantire maggiore tutela ai cittadini e supporto a chi opera ogni giorno sul campo».
L’intervento di Michele Capece, segretario generale vicario del Nuovo Sindacato Carabinieri, ha focalizzato l’attenzione sull’importanza della scuola e sulla necessità di contrastare il fenomeno dell’omertà. «Quella di oggi è un’attività che il sindacato sostiene in tutta Italia e nasce dal progetto dell’albero diffuso», ha dichiarato. Capece ha illustrato il valore simbolico della piantumazione: «L’albero che viene messo a dimora proviene da una gemma dell’albero di Falcone, che cresce vicino alla sua casa. È un segno concreto di continuità e memoria». Centrale il ruolo della scuola: «Come ricordava Falcone, l’ambiente scolastico è il luogo in cui si pianta la legalità. Qui i giovani imparano cosa significa vivere nella libertà e nel rispetto delle leggi».
Secondo il rappresentante sindacale, la presenza delle divise negli istituti scolastici ha un valore educativo: «Questo gesto serve a far comprendere ai ragazzi quanto sia importante vivere nel rispetto delle regole, che Falcone ha difeso fino all’estremo sacrificio». L’iniziativa si è svolta alla presenza del primo dirigente del Commissariato di pubblica sicurezza di Corigliano Rossano, Raffaele Francesco Lasi che ha ricordato gli eventi delittuosi avvenuti questa estare a Rossano rimarcando l’omertà impertante riscontrata in quell’occasione. Assente, per impegni istituzionali, il comandante del Reparto territoriale dei Carabinieri. I lavori sono stati coordinati da Rossella Molinari, docente dell’istituto e giornalista. Durante la mattinata sono stati proiettati video, offrendo agli studenti un’occasione di riflessione sul significato della memoria come responsabilità quotidiana.

