Quattro gestori raccontano la stagione: luglio resta debole, agosto regge, il turismo arriva soprattutto da Campania e aree vicine. Opinioni contrastanti sul futuro del litorale.
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La costa ionica chiude la stagione balneare con sentimenti misti. Quattro titolari di concessioni raccontano il bilancio di un’estate che conferma tendenze ormai consolidate: un luglio sottotono, un agosto intenso ma breve, una clientela perlopiù composta da campani e residenti dell’entroterra. Le loro voci, raccolte a fine stagione, offrono un quadro composito, in cui c’è chi si dice soddisfatto e chi invece non vede prospettive senza interventi su eventi, infrastrutture e mentalità. Il tratto di costa interessato è una delle mete storiche del turismo balneare locale. Sabbia chiara, mare limpido e lidi attrezzati fanno di questa fascia un punto di riferimento estivo per famiglie e giovani che tornano da fuori regione o dall’estero.
Ma la vera questione non è la bellezza del luogo: è la capacità di trasformarla in risorsa economica stabile, che vada oltre le due settimane centrali di agosto. «A dire il vero quest’anno è stata, almeno per il mio lido, soddisfacente. C’è stata affluenza. A luglio sicuramente molto meno, ma ad agosto possiamo dire che è stata un’annata bellissima. Rispetto agli altri anni nei lidi c’è stata più affluenza, sia a luglio che ad agosto. La maggior parte dei turisti erano napoletani, e poi gente di Longobucco, Bocchigliero, Caloveto. Spero che la stagione possa allungarsi fino a settembre, ma bisogna organizzarsi: servono iniziative per motivare la gente a vivere il lungomare». In queste parole emerge una visione meno pessimista: l’estate ha portato numeri in crescita rispetto al passato, specie ad agosto. Ma resta la fragilità del mese di luglio e l’incognita del prolungamento della stagione.
Realismo e critica
«Quest’anno è stata una stagione abbastanza particolare, non abbiamo registrato grossi numeri se non per quei venti giorni di agosto, quando scendono i titolari delle seconde case e gli universitari che tornano a salutare i parenti. Come presenza turistica vera abbiamo visto ben poco. La Calabria non decolla perché abbiamo una classe politica che pensa ad altre cose. Servono strutture, grandi eventi, non cartelloni pieni di iniziative minori. La stima è di un 70% di presenze locali e un 30% di turisti. Luglio è stato pari a zero, agosto ha retto. Rispetto all’anno scorso la settimana migliore è stata quella dopo Ferragosto». Questa testimonianza mostra una visione critica verso la politica e la mancanza di strategie di lungo periodo. L’operatore individua una proporzione chiara tra residenti e visitatori e non si aspetta miglioramenti finché non cambieranno infrastrutture ed eventi.
Rassegnazione e ciclicità
«La stagione estiva è come al solito. Ogni anno si vive lo stesso periodo, quello breve a cavallo di agosto. Giugno e luglio hanno portato qualcosa, ma non con l’intensità di agosto. Non viviamo di vero turismo: il nostro è un turismo di ritorno, compaesani dal nord che portano amici e parenti. Manca tutto: strade, infrastrutture, mentalità. La settimana chiave è sempre quella di Ferragosto, con un prima e un dopo. Adesso siamo già in calo, e da lunedì ci sarà poca gente. Da anni è sempre così». Qui si respira un senso di rassegnazione: l’estate è vista come un ciclo immutabile, con picchi e cali fissi, e nessuna prospettiva di diversificazione.
La soddisfazione di chi innova
«Ad agosto l’affluenza c’è stata, soprattutto nella prima settimana. Luglio un po’ meno, complice il meteo. Rispetto allo scorso anno direi meglio: i clienti storici sono tornati, e anche in numero maggiore. Nessun calo, anzi un incremento. Siamo soddisfatti, anche perché abbiamo aggiunto una pizzeria serale nello stabilimento. Sta andando bene, la pizza piace e ci permette di lavorare oltre l’orario balneare». Una testimonianza che si discosta dalle altre: qui il bilancio è positivo, grazie anche alla capacità di diversificare l’offerta. Il quadro che emerge è sfaccettato: Luglio resta il tallone d’Achille: in tutte le testimonianze si conferma come mese debole, incapace di attirare presenze consistenti. Agosto continua a reggere: il Ferragosto resta l’apice della stagione, con picchi che però si concentrano in una finestra troppo stretta. Clientela ricorrente: molti gestori sottolineano la prevalenza di turisti campani e dell’entroterra, più che di un flusso nazionale o internazionale. Opinioni divise: due operatori vedono il bicchiere mezzo pieno, puntando su maggiore affluenza e innovazioni come la ristorazione; gli altri due denunciano invece l’assenza di infrastrutture e una politica poco attenta.
Il nodo delle infrastrutture e degli eventi
Le interviste convergono su un punto: senza strade adeguate, collegamenti efficienti e un’offerta culturale di qualità, il turismo non decolla. C’è chi chiede meno eventi ma più incisivi, chi invoca un cambiamento di mentalità, chi si limita a sottolineare l’immobilità del quadro. La stagione 2025 non è stata né un successo pieno né un fallimento totale. È stata il riflesso delle stesse dinamiche che si ripetono da anni: un mese di agosto vivace, un luglio debole, turisti di ritorno e pochi veri visitatori esterni. L’orientamento complessivo resta diviso: qualcuno sorride grazie a numeri in crescita e nuove attività, altri restano delusi dalla mancanza di prospettive.
Se qualcosa dovrà cambiare, sarà necessario andare oltre le due settimane di Ferragosto e trasformare la bellezza del litorale in un progetto di turismo duraturo.