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– l’editoriale di Piero Bria –
La sua sarà di sicuro una squadra “tosta”. Senza fare cose straordinarie ma cercando di fare dell’ordinario una qualità imprescindibile per l’obiettivo primario: la salvezza.
Che Cosenza sarà? Che ruolo avremo nel prossimo campionato? Sono queste le domande più frequenti dei tifosi a circa un mese dall’inizio del campionato.
“Lavori in corso” è il cartello visibile ad oggi nel quartier generale rossoblu. L’unica vera certezza, in questo momento, si chiama Giorgio Roselli. Piaccia o non piaccia il tecnico silano è garanzia di praticità. E da queste parti non è cosa di poco conto.
In questi anni tante formazioni hanno provato a fare ad osare senza successo. Mi viene in mente il Lecce o il Catanzaro. Ma anche altre formazioni che, a differenza dei silani, hanno cercato di fare il passo più lungo della gamba. In questo il Cosenza è stato, invece, molto intelligente.
Certo, quando era il momento di accelerare i silani non hanno avuto la benzina necessaria per raggiungere i Play-Off. Ma, al tempo stesso, abbiamo comunque ottenuto risultati importanti.
E lo abbiamo fatto con giocatori discreti ma con un allenatore capace di plasmarli a dovere spremendoli fisicamente e psicologicamente.
Se poi riflettiamo bene sulle mosse dei silani viene fuori che l’ossatura è stata mantenuta. Perina in porta, Tedeschi e Blondett in difesa, Caccetta in mezzo al campo. Quattro pedine fondamentali attorno alle quali poter far ruotare uomini nuovi o gente di qualità come Statella e Criaco.
Perdere Fiordilino, Arrigoni, Ciancio, La Mantia e Arrighini non è detto che sia un male.
Perché non è il singolo a fare la differenza in questo Cosenza. Roselli lo ha sempre detto: “Compattezza di squadra e voglia di dare sempre il massimo”.
Il suo Cosenza è questo. Una squadra “tosta” che può giocarsela con chiunque. Senza fare cose straordinarie ma cercando di fare dell’ordinario una qualità imprescindibile per l’obiettivo primario: la salvezza.