venerdì,Marzo 29 2024

«Il Centro Storico non è luogo per selfie. Noi abbandonati da 40 anni»

Il Comitato di quartiere Piazza Piccola ha convocato per domani alle 18 un’assemblea alla Casa delle Culture «L’emergenza è divenuta reale solo dopo l’ennesimo crollo». Il Comitato di quartiere Piazza Piccola, da sempre in prima linea sulle battaglie di carattere sociale ed abitativo del Centro Storico, ha convocato per domani, lunedì 17 ottobre, alle 18

«Il Centro Storico non è luogo per selfie. Noi abbandonati da 40 anni»

Il Comitato di quartiere Piazza Piccola ha convocato per domani alle 18 un’assemblea alla Casa delle Culture «L’emergenza è divenuta reale solo dopo l’ennesimo crollo».

Il Comitato di quartiere Piazza Piccola, da sempre in prima linea sulle battaglie di carattere sociale ed abitativo del Centro Storico, ha convocato per domani, lunedì 17 ottobre, alle 18 un’assemblea di quartiere. Si terrà presso la Casa delle culture e darà seguito a quelle già affrontate nelle settimane scorse. «Dopo un anno e mezzo di pressioni costanti sull’amministrazione comunale finalmente riprendono i lavori per la rimozione delle macerie di via Gaeta – scrivono in una nota – C’è voluto l’ennesimo crollo per far si che l’urgenza diventasse realmente tale. Un anno e mezzo di denuncie e pressioni fatte pressoché in solitudine. Tutti quelli che oggi si (auto) attribuiscono meriti non li abbiamo mai visti». Si punta il dito verso la classe politica che inn questi giorni ha affrontato la questione con comunicati stampa e dichiarazioni, ad avviso del Comitato, solo di rito.

«Qualcuno – continua il comunicato – forse faceva parte del codazzo del governatore regionale durante la passeggiata turistica della scorsa estate quando, da Oliverio alla Bruno Bossio, annunciavano miracoli per il Centro storico salvo poi mancare (colpevolmente) al tavolo del piano Junkers a Bruxelles, perdendo quelle preziose risorse con le quali si sarebbero potuti implementare processi reali di recupero delle strutture a rischio. Qualcun altro si sarà fatto un selfie elettorale in qualche vicolo suggestivo. Ma non è con una pagina Facebook, un aggiornamento di stato o un comunicato stampa che il Centro Storico si salverà dal degrado e dall’abbandono. E non saranno nemmeno le iniziative da red carpet a restituirgli decoro, dignità e soprattutto sicurezza ai suoi abitanti».

Sono quarant’anni che Cosenza vive un disagio continuo nel nucleo originario della città, spesso abbandonato a se stesso o riqualificato in minima parte. Il Centro Storico, insomma, per i cittadini è qualcosa che importa davvero a pochi. «È dal 1975 che questi palazzi sono stati decretati pericolanti dai vigili del fuoco e le “famiglie” che si sono succedute nell’amministrazione della città, sempre le stesse, quasi per lascito divino, si sono limitate a speculare sul suo recupero. Qualche operazione di facciata durante la “minna europea”  Urban I e II (ma in quel periodo la mucca da mungere era bella grassa quindi qualche briciola la si poteva lasciare nel quartiere) e poi il nulla. Finita l’epoca delle vacche grasse è cominciato il declino, in un clima di totale disinteresse da parte della politica sia di maggioranza che di opposizione che si è avvicendata in questi lunghi 40 anni».

«Il consiglio comunale sul Centro Storico – insiste il Comitato – per noi è l’ennesima farsa messa in campo da chi sta saccheggiando questa città, questa regione e le nostre vite da 40 anni, speculando su tutto quanto era possibile, relegando la nostra terra a fanalino di coda sotto tutti i punti di vista dal welfare allo sviluppo. Ogni anno la nostra regione manda indietro (o nemmeno richiede) fondi alla comunità europea perché incapaci di programmare interventi utili al territorio. O forse richiedono e usano solo quelli che si possono spendere sotto le voci “consulenze”, “studi di fattibilità” e similari che poi rimangono scatole vuote. Dovrebbero solo vergognarsi, trasversalmente, e dimettersi. Ritirarsi a vita privata perché la cura e l’amministrazione della cosa pubblica  non è “cosa loro”».

La chiusura della nota rivendica anni di battaglie, che hanno creato i presupposti per una minima, si spera iniziale, vittoria. «L’intervento odierno dell’amministrazione arriva dopo un anno e mezzo di pressioni varie: assemblee pubbliche, blocchi stradali, giornate ecologiche, comunicati stampa, “irruzioni e incursioni” in varie manifestazioni per portare all’attenzione degli amministratori e della cittadinanza le condizioni di pericolo in cui si è costretti a vivere. Siamo stati finanche accusati dalla protezione civile di procurare allarmi gratuiti nei residenti perché la situazione non era così grave come invece noi prospettavamo. Ma la situazione, così come è emerso nella mappatura che abbiamo realizzato a costo zero (questo a dimostrazione che per fare le cose non servono milioni di euro in consulenti altisonanti) grazie all’impegno del geologo Saverio Greco, è molto più grave di quel che si pensa. Da mesi chiediamo un tavolo permanente sul centro storico che affronti le diverse criticità, ma se non ci fosse stato l’ennesimo crollo neanche i lavori sarebbero ripresi. Non dobbiamo ringraziare nessuno, stanno facendo il loro dovere. D’altra parte troviamo vergognoso che vengano reperiti milioni di euro per organizzare una “caccia al tesoro” e non ci sia la stessa solerzia e determinazione nel voler salvaguardare il centro storico. L’alto profilo professionale dell’assessore Sgarbi lasciava sperare un interesse storico, artistico e culturale da parte dell’amministrazione verso il suo centro storico che andasse oltre al recupero del Castello e ad una caccia al tesoro che, condivisibile o meno, è sicuramente secondaria rispetto alle priorità della Città Vecchia».