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Strage di Cassano, colpo di scena: il teste Di Monte non si presenta. La Corte acquisisce le sue dichiarazioni

«Il teste Sonia Di Monte si è sottratta volontariamente al principio del contraddittorio». Sono le parole usate dal presidente della Corte d’Assise di Cosenza, Giovanni Garofalo sull’assenza dell’ex moglie del collaboratore di giustizia Michele Bloise che oggi doveva presentarsi in udienza per proseguire la deposizione iniziata il 20 febbraio scorso. Il processo sulla strage di

Strage di Cassano, colpo di scena: il teste Di Monte non si presenta. La Corte acquisisce le sue dichiarazioni

«Il teste Sonia Di Monte si è sottratta volontariamente al principio del contraddittorio». Sono le parole usate dal presidente della Corte d’Assise di Cosenza, Giovanni Garofalo sull’assenza dell’ex moglie del collaboratore di giustizia Michele Bloise che oggi doveva presentarsi in udienza per proseguire la deposizione iniziata il 20 febbraio scorso.

Il processo sulla strage di Cassano, avvenuta nel gennaio del 2014, arriva quindi a un punto di svolta. Era importante per la Dda di Catanzaro acquisire le dichiarazioni rese nel periodo delle indagini preliminari dalla donna che prima sposò Bloise e poi ebbe una relazione extraconiugale con Cosimo Donato, con il quale ha avuto anche una figlia.

Era importante anche per la difesa non acquisirle perché avrebbe voluto contro esaminare il teste Di Monte, evidenziando che fino a quel momento non vi erano elementi concreti per chiedere l’applicazione dell’articolo 500, comma 4, del codice di procedura penale, che vedremo a breve cosa dice. Addirittura l’avvocato Mauro Cordasco, difensore di Donato, riteneva chiave la deposizione della Di Monte che in dibattimento, a suo dire, aveva fatto naufragare tutte le accuse mosse dall’ufficio antimafia di Catanzaro.

Sull’argomento aveva replicato il pubblico ministero d’udienza Vincenzo Luberto, procuratore aggiunto della Dda, definendo «aberranti» le parole di uno dei difensori di “Miu”. Gli elementi indiziari, infatti, sono tanti ma è evidente che senza essere provati nel corso dell’istruttoria non consentiranno di arrivare ad una sentenza di condanna. 

Oggi le propalazioni della Di Monte sono parte integrante del processo di primo grado. La donna, che aveva fatto recapitare un certificato medico il 1 marzo presso la sede della Dda di Catanzaro, è stata visitata immediatamente da un consulente medico-legale nominato dalla pubblica accusa che ha concluso, affermando che la patologia era adeguata, ma non in fase acuta, e quindi la signora avrebbe potuto raggiungere la sede del tribunale di Cosenza. Oggi non si è presentato neanche il compagno Marcus Messina, che dovrà essere in aula nella prossima udienza dove sarà sentito anche il pentito Daniel Panarinfo.

L’ordinanza del presidente della Corte d’Assise di Cosenza è stata molto dura. Non esclude profili di falsità del certificato medico, il cui vaglio è per ora sub judice. Il collegio giudicante ha fatto notare come non fosse verosimile che la donna avesse dimenticato notizie riguardanti la sua vita privata, come la data di nascita della figlia o l’anno in cui convolò a nozze con Bloise.

Elementi, ai quali si aggiungono poi gli intenti «calunniatori» nei confronti della pubblica accusa, che mettono fortemente in discussione la posizione di Sonia Di Monte che ora rischia davvero grosso. Insomma, con la giustizia non si scherza. In particolare se al centro di un processo vi è soprattutto la morte di un bambino che merita serietà e consapevolezza del ruolo che si ricopre davanti a un giudice.

VERBALE ACQUISITO. L’articolo 500, comma 4, del codice di procedura penale prevede l’acquisizione del verbale di un testimone «quando, anche per le circostanze emerse nel dibattimento, vi sono elementi concreti per ritenere che il testimone è stato sottoposto a violenza, minaccia, offerta o promessa di denaro o di altra utilità, affinché non deponga ovvero deponga il falso, le dichiarazioni contenute nel fascicolo del pubblico ministero precedentemente rese dal testimone sono acquisite al fascicolo del dibattimento e quelle previste dal comma 3 possono essere utilizzate».

Il collegio difensivo, composto dagli avvocati Ettore Zagarese, Mauro Cordasco e Vittorio Franco, ha preso atto della decisione del giudice ma ovviamente non può ritenersi soddisfatto.

Le parti civili sono rappresentate dagli avvocati Liborio Bellusci e Angela Bellusci. Tra questi vi è anche il collaboratore di giustizia Pasquale Perciaccante, cognato di Giuseppe Iannicelli. (Antonio Alizzi)

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