La Procura Federale chiude le indagini, Catanzaro nei guai
Il club giallorosso, per responsabilità diretta e oggettiva per l’operato dei suoi tesserati, è chiamato a rispondere anche di illecito amministrativo. Il Catanzaro suda freddo. Chiuse le indagini della Procura federale sul presunto illecito del maggio 2013. Ecco quanto riporta il sito di informazione catanzaroinforma.it. “Una doccia fredda, anche se pur sempre annunciata. Inutile negarlo, nonostante
Il club giallorosso, per responsabilità diretta e oggettiva per l’operato dei suoi tesserati, è chiamato a rispondere anche di illecito amministrativo.
Il Catanzaro suda freddo. Chiuse le indagini della Procura federale sul presunto illecito del maggio 2013. Ecco quanto riporta il sito di informazione catanzaroinforma.it. “Una doccia fredda, anche se pur sempre annunciata. Inutile negarlo, nonostante ci fosse una remota speranza di cavarsela, la notizia della chiusura indagini per i fatti di Catanzaro-Avellino era un atto quasi inevitabile. Tuttavia, adesso, a farla da padrona, nell’ambiente sportivo, è la paura per le possibili conseguenze. A scanso di equivoci, tecnicamente, non siamo ancora nella fase del deferimento (il classico rinvio a giudizio). Quella che è stata notificata alla società coinvolte ed ai tesserati implicati nella vicenda è una chiusura indagini, con la possibilità di visionare il materiale raccolto dagli inquirenti e con un termine di venti giorni per presentare memoria difensive o avanzare richiesta interrogatorio.
Pesanti le accuse a carico delle società Catanzaro ed Avellino, chiamate a rispondere di responsabilità diretta ed oggettiva per l’illecito sportivo (anche se solo tentato) relativo alla penultima partita del campionato di Lega Pro 2012/2013. In caso di rinvio a giudizio, il processo sportivo (molto probabile) non inizierà prima della metà di novembre. Ed in caso di condanna le pene vanno dall’esclusione al campionato in corso sino a quella della retrocessione all’ultimo posto o per finire ad una penalizzazione fortemente afflittiva.
Pesanti le accuse anche per i tesserati (o ex tesserati coinvolti), ovvero il patròn bianco verde Taccone, il ds irpino De Vito, l’ex presidente giallorosso Cosentino, l’ex ds Ortoli ed il calciatore Andrea Russotto chiamati a rispondere di illecito sportivo (rischiano lunghe squalifiche non inferiori ad un anno). Leggermente più sfumata la posizione di Francesca Muscatelli (moglie di Giuseppe Cosentino e Ambra Cosentino (accusate di slealtà sportiva) e dell’ex Ad Marco Pecora (chiamati a rispondere di omessa denuncia).
Ma per il Catanzaro non è tutto. Il club giallorosso, sempre per responsabilità diretta e oggettiva per l’operato dei suoi tesserati, è chiamato a rispondere anche di un’altra accusa. Nello specifico di un illecito amministrativo (comportamenti diretti a eludere normativa federale in materia gestionale ed economica) per il presunto pagamento in nero all’ex tecnico Ciccio Cozza (nelle carte federali si parla di una somma di 119mila euro) da parte dell’allora presidente Cosentino e dell’Ad Pecora. Contestato l’illecito a tutti e tre i tesserati. Il Catanzaro, in questo caso, all’esito del processo sportivo rischia un autentico salasso economico (ammenda da una a tre volte l’ammontare di quanto illecitamente pattuito o corrisposto) a cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti in classifica. Insomma, per evitare di fare i conti (nella migliore delle ipotesi) con la calcolatrice (in caso di penalizzazione) occorre approntare la migliore difesa possibile”.