Cosenza, conti nel caos. Bianca Rende: «Falle nel bilancio consultivo»
– di Bianca Rende* Dialogo fermo tra il Collegio dei revisori dei Conti e la “macchina” della nostra Amministrazione comunale, compresa la maggioranza che mostra un’ostinata indifferenza. Una situazione di stallo che deve essere interrotta per evitare ulteriori danni, dopo la tempesta politico-giudiziaria che ha già investito Cosenza e la Calabria. E’ proprio per difendere
– di Bianca Rende*
Dialogo fermo tra il Collegio dei revisori dei Conti e la “macchina” della nostra Amministrazione comunale, compresa la maggioranza che mostra un’ostinata indifferenza.
Una situazione di stallo che deve essere interrotta per evitare ulteriori danni, dopo la tempesta politico-giudiziaria che ha già investito Cosenza e la Calabria. E’ proprio per difendere il “bene comune” della trasparenza,che abbiamo deciso di partecipare ai lavori del Consiglio. Per capire meglio dalla controparte le contestazioni e allontanare in maniera chiara il sospetto di coinvolgimenti dell’opposizione.
L’approvazione “con riserva” del Rendiconto è subordinata alrispetto dei termini di asseverazione dei conti,in mancanza della quale il consuntivo risulta poco trasparente e attendibile. C’è una data, quella del 31 luglio, che viene indicata come termine obbligatorio per il riconoscimento dei debiti fuori bilancio, ma è lecito – visti i precedenti – dubitare che venga rispettata.
Le altre voci di bilancio chiamate in causa sono sempre quelle indicate con particolare efficacia nelle Conclusioni dei Revisori sulle “Irregolarità non sanate, rilievi, considerazioni e proposte”: gravi irregolarità fiscali, diffusa evasione tributaria, contenzioso potenziale ed esistente, svuotamento progressivo del personale dell’ente, ininterrotto ricorso ad anticipazioni di tesoreria passato dai quasi 12 milioni del dicembre 2017 ai quasi 28 milioni del 2018, con un onere crescente per interessi che comprovano una “crisi di liquidità” causa anche di ritardi nei pagamenti dei creditori cresciuti in un anno dai 72 milioni e mezzo agli 80 milioni e 730 mila euro .
La principale fonte di entrate autonome rimane la cuccagna delle contravvenzioni al Codice della strada che di fronte a un “accertamento” di 10 milioni e 800 mila euro si riduce però a una riscossione di appena 3 milioni di euro e ciò lascia trasparire la protesta e la sfiducia dei cosentini, costretti a fare ricorsi su ricorsi.
Ma il “buco nero”resta quello dell’Amaco, ormai senza più controlli e bilanci approvati dal Comune, che ha già una complessiva perdita di esercizio impressionante che si triplica da oltre 12 milioni a oltre 33 milioni. Situazione, quella della principale partecipata, talmente grave da far ventilare l’opportunità di un ricorso ad una “crisi d’impresa”.
Il Comune ha abdicato a qualsiasi forma ragionevole di trasporti nell’area urbana provocando un’implosione che peggiora la qualità della vita sociale e impegna ormai i cittadini in un disperato conto alla rovescia verso l’uscita dal caos.
*Consigliere comunale PD