Pd, Regionali in Calabria caso nazionale. E si punta sull’Emilia Romagna
Che Pippo Callipo avesse detto no al Pd lo si sapeva da giorni, ovvero da quando il “re del Tonno” aveva pubblicato uno sfogo con il quale prendeva le distanze dai democrat, ma non tendeva la mano neanche al Movimento Cinque Stelle che, col Pd calabrese, lavorava (o forse lavoro ancora oggi) ad un’alleanza. Il
Che Pippo Callipo avesse detto no al Pd lo si sapeva da giorni, ovvero da quando il “re del Tonno” aveva pubblicato uno sfogo con il quale prendeva le distanze dai democrat, ma non tendeva la mano neanche al Movimento Cinque Stelle che, col Pd calabrese, lavorava (o forse lavoro ancora oggi) ad un’alleanza. Il caos nel Pd aumenta oggi, dopo un articolo di Repubblica che rivela un sondaggio fatto dal Nazareno per capire il reale gradimento dei calabresi nei confronti del presidente della Regione Mario Oliverio. Gradimento, ovviamente, pari a zero. Ma anche in questo caso non ci voleva un sondaggio per conoscere l’opinione della maggior parte dei calabresi sull’azione di governo condotta dal politico di San Giovanni in Fiore.
Il Pd alla ricerca del Bianconi calabrese…
Al Pd non resta che sperare in un miracolo. Miracolo che consiste nel trovare una persona disponibile a metterci la faccia, come ha fatto l’imprenditore Vincenzo Bianconi in Umbria che, subito dopo il voto, ha pensato bene di costituire un gruppo misto. Il Pd di Zingaretti sia in Italia, e a maggior ragione in Calabria, sembra in balìa delle onde. Pd in alto mare e in stato confusionale, visto che non sembra convincere neanche quella parte del Movimento Cinque Stelle disponibile a un dialogo.
Quando mancano circa due mesi e mezzo al voto, il partito deve scegliere un candidato governatore e, soprattutto, i candidati da presentare nelle liste. Le divisioni con Mario Oliverio, in questo senso, non aiutano. Ad esempio Giuseppe Giudiceandrea, da sempre vicino al Governatore, ha deciso di stare dalla parte di Zingaretti e quindi si prepara a candidarsi contro Oliverio. Bisognerà capire le intenzioni di Orlandino Greco e Giuseppe Aieta, il primo ex sindaco di Castrolibero mentre il secondo ex sindaco di Cetraro.
Se Oliverio arrivasse davanti al Pd?
Mario Oliverio, dal canto suo, non sente affatto le voci autorevoli del Pd che gli chiedono un giorno sì e l’altro pure di non candidarsi. Il Governatore ha ormai deciso di rimanere in campo per due motivi: crede di potersela giocare col centrodestra, nettamente favorito per la vittoria finale, e di arrivare, in caso di sconfitta, davanti al Pd. Che significherebbe entrare in Consiglio regionale come secondo, grazie al ricorso vinto da Wanda Ferro dinanzi alla Corte costituzionale.
Il candidato del Pd, a quel punto, sarebbe fuori da tutto. E’ un aspetto da non sottovalutare che porta Mario Oliverio ad essere il politico di riferimento di quel centrosinistra che appoggia la sua candidatura. E il Pd non ha argomenti validi da mettere sul piatto, se non ribadire come un ritornello che i guai giudiziari di Mario Oliverio sono l’unico ostacolo alla sua ricandidatura. Il Pd, dunque, metterebbe in conto una sconfitta in Calabria, puntando a vincere in Emilia Romagna.