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TESTA DI SERPENTE | Scarcerato il poliziotto della Questura di Cosenza

Il tribunale del Riesame di Catanzaro nella serata di oggi, lunedì 3 febbraio 2020, ha sciolto la riserva sui ricorsi avanzati da una parte degli indagati coinvolti nell’operazione “Testa di Serpente”, indagine della Dda di Catanzaro contro il clan degli “zingari” di Cosenza e quello degli italiani. Avevano avanzato di scarcerazione o in subordine di

TESTA DI SERPENTE | Scarcerato il poliziotto della Questura di Cosenza

Il tribunale del Riesame di Catanzaro nella serata di oggi, lunedì 3 febbraio 2020, ha sciolto la riserva sui ricorsi avanzati da una parte degli indagati coinvolti nell’operazione “Testa di Serpente”, indagine della Dda di Catanzaro contro il clan degli “zingari” di Cosenza e quello degli italiani. Avevano avanzato di scarcerazione o in subordine di modifica della misura cautelare, il poliziotto Dario Brancaleone, Francesco Casella e Claudio Alushi. In tutti e tre i casi la difesa ha ottenuto una risposta positiva.

Nel caso del poliziotto Dario Brancaleone, l’avvocato difensore Paolo Pisani ha ribaltato il quadro accusatorio spiegando al collegio giudicante cautelare che il suo assistito non ha in alcun modo favorito e agevolato la famiglia Abbruzzese, ritenuta organica al clan degli “zingari” di Cosenza. In questo caso, il Riesame di Catanzaro ha condiviso in toto la linea difensiva, scarcerando l’agente di polizia in servizio presso la Questura di Cosenza. Un caso, quello di Dario Brancaleone, che Cosenza Channel ha ripercorso attraverso l’inchiesta “Job Center” e quella “Testa di Serpente”. 

Le altre posizioni di “Testa di Serpente”

Escono dal carcere, invece, Francesco Casella e Claudio Alushi. Il primo è implicato in un caso di usura aggravata dal metodo mafioso, mentre nel secondo caso la Dda di Catanzaro contesta il favoreggiamento alla famiglia Abbruzzese che in via Popilia aveva un bunker dove nascondeva armi da guerra per compiere azioni delittuose. Casella è difeso dall’avvocato Paolo Pisani, mentre Alushi (che ora si trova agli arresti domiciliari) è assistito dai penalisti Antonio Quintieri, Matteo Cristiani e Mariarosa Bugliari dello studio legale Bugliari-Tomeo.

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