giovedì,Marzo 28 2024

Medici albanesi in Italia, il toccante messaggio del premier Edi Rama

Il rapporto tra Italia e Albania è consolidato da secoli, così come gli scambi interculturali. Le comunità arbëreshë in provincia di Cosenza sono diverse a testimonianza del filo diretto con l’altra parte del mare. Oggi 30 medici albanesi sono partiti per Bergamo, nel cuore della zona rossa per dare manforte alla lotta del Coronavirus. Ad

Medici albanesi in Italia, il toccante messaggio del premier Edi Rama

Il rapporto tra Italia e Albania è consolidato da secoli, così come gli scambi interculturali. Le comunità arbëreshë in provincia di Cosenza sono diverse a testimonianza del filo diretto con l’altra parte del mare. Oggi 30 medici albanesi sono partiti per Bergamo, nel cuore della zona rossa per dare manforte alla lotta del Coronavirus. Ad accompagnarli in aeroporto c’era il premier Edi Rama, che si è reso autore di un toccante messaggio.

Le parole di Rama ai medici albanesi

«A qualcuno qui sembrerà strano che 30 medici albanesi della nostra piccola armata in tenuta bianca partono oggi per la linea del fuoco in Italia. So che 30 medici non invertiranno il rapporto tra la forza micidiale del nemico invisibile e le forze in tenuta bianca che lo stanno combattendo nella linea del fuoco dall’altra parte del mare. Ma so anche che laggiù è oramai casa nostra, da quando le nostre sorelle e i nostri fratelli italiani ci hanno salvati, ospitati e adottati in casa loro. Questo quando l’Albania bruciava di dolore immenso».

Il nemico comune e invisibile

Edi Rama usa parole ancora più cariche di significato nel salutare i 30 medici albanesi che da domani lavoreranno a Bergamo. «Noi stiamo combattendo lo stesso nemico invisibile e le risorse umane e logistiche della nostra guerra non sono illimitate. Ma oggi noi non possiamo tenere le forze di riserva in attesa che siano chiamate, mentre in Italia, dove stanno curando negli ospedali di guerra anche albanesi, hanno un enorme bisogno di aiuto. E’ vero che tutti sono rinchiusi dentro le loro frontiere, e anche Paesi ricchissimi hanno girato la schiena agli altri. Ma forse è perché noi non siamo ricchi e neanche privi di memoria che non ci possiamo permettere di non dimostrare all’Italia che gli albanesi e l’Albania non abbandonano mai l’amico in difficoltà. Questa è una guerra dove nessuno può vincere da solo. State partendo per una guerra che è anche la nostra, e l’Italia la deve vincere anche per noi e anche per l’Europa e il mondo intero».