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Un disastro. E guai a sminuire quanto la natura sta urlando in queste ore nel cuore di Cosenza. Il Busento è stato nei giorni scorsi (settimane, mesi?) il luogo ritenuto idoneo da qualcuno dove riversare rifiuti di provenienza industriale che hanno avvelenato la fauna presente. Il tutto, come se niente fosse, in uno dei corsi d’acqua che solca la città dei Bruzi. Un attentato vero e proprio alla salute collettiva e uno sberleffo alle normative vigenti, in sostanza azioni figlie dell’arroganza di chi ritiene di poterla fare franca sempre e comunque.
Busento, cattivo odore e fauna morta
Inizialmente ad attirare l’attenzione è stato il cattivo odore proveniente dal fiume. Sul web, già nella giornata di ieri, erano iniziati a circolare foto e video che testimoniavano quanto accadeva. Una schiuma sospetta e un colore più torbido del solito erano l’avvisaglia che qualcosa non andasse per il verso giusto. Da questa mattina, invece, dopo una serie di telefonate a vuoto all’Arpacal, alcuni cittadini hanno inteso documentare gli effetti del gesto scellerato compiuto da ignoti. Si sono recati nei pressi della confluenza del Crati e del Busento e davanti ai loro occhi non è stato certo il tesoro di Alarico a palesarsi.
La raccolta dei campioni e l’indignazione social

Per tutto il letto del corso d’acqua, infatti, hanno rinvenuto delle carcasse di pesci, le quali, trasportate dalla corrente, si sono ammassate in alcuni punti del fiume. Nella zona compresa tra il Ponte Mario Martire e quello dell’autostrada A2 hanno raccolto dei campioni di terra, dell’acqua in alcune provette e un paio di esemplari della fauna tipica del canale priva di vita. Hanno altresì documentato la gravità della situazione trasmettendo live sui social ogni loro mossa. Soltanto avvertendo con una telefonata il 112, i cittadini hanno finalmente catturato l’interesse dei Carabinieri Forestali. Nel pomeriggio sono attesi sul posto per i primi rilievi, ma più in generale sono chiamati a dare risposte sull’accaduto che ha lasciato sgomenta la popolazione.

