Tortora, la saga infinita di San Sago: ora il Tar Basilicata estingue il ricorso
L'impianto di smaltimenti rifiuti pericolosi e non della frazione di Tortora potrebbe riaprire da un momento all'altro. Reazioni preoccupate dal territorio
L’impianto di smaltimenti rifiuti pericolosi e non della frazione tortorese di San Sago, al confine calabro-lucano, potrebbe riaprire da un momento all’altro, dal momento che il Tar Basilicata ha estinto il ricorso presentato dal Comune di Tortora. L’ente guidato dal sindaco Toni Ionio chiedeva l’annullamento della determinazione dirigenziale con cui il dipartimento Ambiente ed Energia – Ufficio Compatibilità della Regione Basilicata il 30 aprile di un anno fa autorizzava la riapertura dell’impianto e di tutti gli atti connessi, così da confermare il precedente provvedimento di chiusura.
Secondo quanto riporta la sentenza, il Comune di Tortora avrebbe agito in ritardo dilatando i tempi di ripresentazione del ricorso. L’impianto, sin dai primi anni ’90, è al centro di diatribe giudiziarie per presunto inquinamento ambientale. Lo stabilimento sorge a ridosso del fiume Noce, che attraversa l’omonima valle, e nel tempo amministratori e ambientalisti hanno combattuto per impedire all’impianto di riprendere le attività.
Cosa dice la sentenza del Tar Basilicata
Come si è arrivati all’estinzione del ricorso? Secondo quanto si legge nella sentenza, tutto si è consumato nel giro di qualche settimana. Il 23 ottobre 2021 il Tar Calabria ha dichiarato la propria incompetenza territoriale, dal momento che la verifica di eventuali incidenze dell’esercizio dell’impianto di smaltimento è a carico della Zsc (zona speciale di conservazione) “Valle del Noce”, compresa nella Regione Basilicata.
L’ente calabrese dà avviso che la causa avrebbe potuto essere riassunta. Ma il Comune di Tortora, per il tramite dei suoi legali, lo fa soltanto il 23 dicembre, due mesi più tardi, cioè oltre il termine stabilito dei trenta giorni. Per effetto, il giudizio risulta estinto. Il Tar Basilicata, inoltre, condanna il Comune al pagamento delle spese di lite, una somma di € 1.500,00 in favore della società che gestisce l’impianto.
Le reazioni
«A quasi dieci anni dal sequestro da parte della Procura di Paola e successiva sospensione dell’Aia (autorizzazione Integrata Ambientale, ndr) dell’impianto, grazie alle “lotte” delle amministrazioni comunali di Tortora e paesi contermini, di tutte le associazioni ambientaliste territoriali e nazionali, di vari operatori turistici dell’alto tirreno e semplici cittadini, è in corso il procedimento che potrebbe portare al rilascio del rinnovo dell’Aia, che consentirebbe, di fatto, la riapertura di quell’impianto».
Lo scrivono i gruppi di opposizione del Comune di Tortora. «Ecco perché adesso, dopo il fallimento delle azioni legali di contrasto a questa tragica evenienza, fin qui esperite, siamo tutti di nuovo chiamati a dare manforte al Comune di Tortora per scongiurare la ripresa dell’esercizio dell’impianto per il trattamento di “rifiuti pericolosi e non” di San Sago». Inoltre, i firmatari della nota, Anna Fondacaro, Pasquale Lamboglia, Filippo Matellicani e Raffaele Papa, chiedono «con spirito strettamente costruttivo, per come la questione merita, la convocazione di un Consiglio Comunale urgente, al fine di conoscere quale strategia intenda adottare d’ora in poi l’Amministrazione Comunale per scongiurare la sempre più probabile e malaugurata riapertura dell’impianto».