giovedì,Gennaio 16 2025

Arresti a Cosenza, l’intuizione di Fiore Bevilacqua: «Avete tutta la Questura addosso»

Il rocambolesco inseguimento della Squadra Mobile di Cosenza nei confronti di Nicola Bevilacqua è al centro delle conversazioni tra i presunti sodali del gruppo degli "zingari"

Arresti a Cosenza, l’intuizione di Fiore Bevilacqua: «Avete tutta la Questura addosso»

Uno degli arresti più rocamboleschi degli ultimi anni tra Cosenza e Rende fa parte del compendio investigativo dell’ultima inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro nell’hinterland cosentino. Parliamo dell’inseguimento della Squadra Mobile di Cosenza nei confronti di Nicola Bevilacqua, il quale sarebbe dovuto essere il destinatario di un imminente scambio di droga. È il 1 agosto 2019, quando gli investigatori ascoltano alcune conversazioni telefoniche e ambientali, nel corso delle quali avrebbero colto spunti interessanti sulle posizioni di Salvatore Ariello, Pasquale Bruni, Fiore Bevilacqua e il figlio Nicola. Quest’ultimo, come si ricorderà, era stato tratto in arresto dopo un lungo inseguimento in autostrada e poi per le strade di Cosenza e Rende, dopo che aveva cercato di disfarsi di un involucro con all’interno cocaina, per un peso complessivo di 110 grammi.

Per la Dda di Catanzaro, l’arresto di Nicola Bevilacqua permette di avere un quadro sempre più chiaro della situazione, circa i rapporti tra i vari presunti sodali, a cominciare dai colloqui, intercettati in via telematica, tra Luigi Abbruzzese, il cognato Antonio Abruzzese e il cugino di Cassano Ionio, Nicola Abbruzzese, alias “Semiasse”. Luigi Abbruzzese infatti dice questo al parente di Cassano: «Se eri venuto venti minuti fa c’era una fiera. Io sono arrivato che ho visto le pattuglie, da tutti i lati» e i colloquianti cosentini descrivono con dovizia di particolari la scena, prendendola con un ispettore della Squadra Mobile di Cosenza.

Sempre Luigi Abbruzzese, in una successiva conversazione, racconta ulteriori dettagli. «Mamma cos’hanno combinato, ho avuto paura, stanno venendo ho detto, sono venuti da noi. Si sono infilati di qua lo sai come? Come pazzi! (…) Non lo so se qua lo hanno picchiato, ma non penso che lo hanno picchiato perché in una volta sono stati tutti circondati. Lo hanno solamente fatto inginocchiare e fermare (…) dice che gli ha fatto uscire i pistoni di fuori a quella Lancia Ypsilon (…) Però se li è portati dall’ingresso dell’autostrada fino a casa».

Qui iniziano i primi sospetti che il gruppo sia pedinato o comunque “ascoltato” dalle forze dell’ordine. È Fiore Bevilacqua, detto Mano Mozza, a ipotizzare tutto ciò: «Perché lo aspettavano, perché si è fatto i viaggi con l’italiano per portarsi questa… qua e vieni qua, poi dici che si sono messi di là da Nicola che lo spiavano, ma non spiavano a Nicolino, spiavano a loro. E gliel’ho detto stamattina, ho detto, vedi che avete tutta la questura addosso vi sta pedinando… lo so, ha detto, che ce li abbiamo addosso». Infine la preoccupazione è quella di non dover pagare quei 110 grammi di cocaina. «Mi ha detto, non ti preoccupare, che ne so se questo alla scadenza di un mese viene e vuole i soldi? Una botta alla testa gli do».

Articoli correlati