venerdì,Marzo 29 2024

Niente ergastoli per il delitto Marincolo, trent’anni di carcere agli imputati

Revisionata in Appello la sentenza a carico dei quattro autori dell'agguato di mafia consumato nel 2004 contro l'allora esponente del clan Lanzino

Niente ergastoli per il delitto Marincolo, trent’anni di carcere agli imputati

Niente ergastoli, ma trent’anni di reclusione a testa per i quattro uomini ritenuti coinvolti a vario titolo nell’uccisione di Franco Marincolo alias “Il biondo”, vittima di un agguato portato a termine da due sicari in sella a una moto il 28 luglio del 2004 in via Roberta Lanzino. Si è concluso così il processo d’Appello che si proponeva di far luce su quello passato agli annali come l’ultimo omicidio di mafia consumato a Cosenza prima della pace siglata dai clan. E a compierlo sarebbe stato l’allora neonato gruppo Bruni-Abbruzzese a scapito dei Cicero-Lanzino, la cosca d’appartenenza della vittima.

Un’accusa in meno

Sotto accusa per quei fatti ci sono Giovanni Abbruzzese, Umile Miceli, Carlo Lamanna e Mario Attanasio che, in primo grado, avevano incassato il massimo della pena nonostante la scelta di procedere con il rito abbreviato. A determinare quell’epilogo era stato il combinato disposto delle accuse mosse nei loro confronti: non solo l’omicidio, ma anche il tentato omicidio di Adriano Moretti, un amico di Marincolo rimasto ferito nell’agguato. Poche ore fa, però, quest’ultima imputazione è stata derubricata in lesioni, comportando così l’alleggerimento della pena per il quartetto difeso dagli avvocati Maurizio Vetere, Luca Acciardi, Antonio Ingrosso, Giuseppe Bruno, Giorgia Greco, Antonio Quintieri e Paolo Pisani. Piccoli sconti anche per i due collaboratori di giustizia Adolfo Foggetti e Daniele Lamanna che, difesi rispettivamente dagli avvocati Michele Gigliotti e Giuseppe Tessitore, passano da dieci a otto anni di detenzione.

Il movente

Stando alla ricostruzione investigativa, la morte del Biondo servì a pareggiare i conti con quella di Francesco Bruni, il capostipite del gruppo Bella-Bella, trucidato all’uscita dal carcere di via Popilia cinque anni prima, sempre di luglio. Per risolvere il caso, gli investigatori si sono affidati a una pletora di collaboratori di giustizia – Vincenzo Dedato, Giuliano Serpa, Edyta Kopaczynska Carmine Cristini e Franco Bruzzese – ma soprattutto ai coimputati Lamanna e Foggetti, ai quali si deve la descrizione più dettagliata dell’omicidio.

L’esecuzione

A premere il grilletto contro Marincolo – investito da dieci colpi calibro 9×21 – sarebbe stato Michele Bruni, il giovane boss poi deceduto nel 2011 a causa di un male incurabile. C’è lui, quel giorno, in sella alla motocicletta assassina che, secondo i pentiti, è guidata da Carlo Lamanna: rubata alcuni giorni prima sul lungomare di Paola, sarà ritrovata dopo il delitto in Sila, abbandonata in un bosco. L’esecuzione sarebbe stata preceduta da alcune riunioni a cui prende parte anche Abbruzzese; summit svolti a casa di Attanasio, a Sant’Agostino, anche buen ritiro di un Bruni allora latitante. A segnalare i movimenti della vittima, avvistata nel giorno fatale davanti a un bar di via Panebianco, ci avrebbe pensato invece Miceli. Queste, in sintesi, le fasi di preparazione di un omicidio destinato a lasciare un segno nella storia criminale della città. In quei giorni, infatti, Il biondo, è un uomo d’azione del clan Lanzino. Fa parte del gruppo di fuoco – seppur nel ruolo di «riserva» per dirla con Dedato – ma secondo Bruni ha preso parte alla spedizione killer contro suo padre, circostanza che lo fa diventare bersaglio della sua vendetta.

La pace dopo la guerra

Dopo la morte di Marincolo, i gruppi criminali all’epoca contrapposti si siedono al tavolo delle trattative e, due anni più tardi, gettano le basi per la nascita di una nuova federazione criminale con una cassa comune nella quale far convergere i proventi delle attività illecite. La pace si protrae per qualche anno e resiste alle incursioni delle forze dell’ordine, ai pentimenti e alle condanne. Il quadro muta nel 2012, dopo la morte di Michele Bruni seguita dall’eliminazione di suo fratello Luca e dall’epurazione di tutta la famiglia dalla scena criminale. Il resto è storia recente, ma da qualche ora a questa parte c’è un po’ di passato che ritorna. Fatalmente.