Omicidi Lenti e Gigliotti, condanna all’ergastolo per Bruni e Ruà
Il replay dell'Appello inasprisce la pena agli autori reo confessi di quella duplice esecuzione avvenuta a febbraio del 1986, inutili le loro confessioni
A trentasette anni di distanza dalla loro morte, maturata in circostanze orribili, i fantasmi di Marcello Gigliotti e Francesco Lenti continuano a tormentare i sogni dei loro assassini. Gianfranco Ruà e Gianfranco Bruni, reo confessi di quel duplice omicidio datato 2 febbraio 1986, sono stati condannati infatti all’ergastolo nel replay del processo d’appello che si è celebrato a Catanzaro in abbreviato. Un processo tormentato, che in primo grado li ha visti entrambi destinatari di una pena pari a trent’anni di carcere, poi scesa a venti nel primo Appello a seguito delle loro confessioni. A ciò ha fatto seguito l’annullamento disposto dalla Cassazione e poi il nuovo processo con la pena rideterminata al rialzo. Al massimo possibile.
Il fatto
Lenti e Gigliotti erano due rapinatori in quota al clan Pino-Sena. Irregolari, troppo autonomi e fumantini, si erano macchiati anche di alcuni omicidi non autorizzati che avevano messo a repentaglio la pace mafiosa stipulata in quel periodo dai clan cosentini. Per queste ragioni, gli stessi “amici” avevano deciso di sbarazzarsi di loro. Sulla vicenda si sono espressi nel tempo diversi pentiti, fra cui l’ex boss Franco Pino. Secondo loro, quel giorno di febbraio Lenti e Gigliotti furono attirati nella casa rendese di Francesco Patitucci con il pretesto di una frittoliata rivelatasi poi una trappola mortale. Lenti venne ucciso subito con una fucilata, e poi decapitato. Gigliotti, invece, subì prima alcune torture e poi finì giustiziato pure lui. I loro corpi furono poi scaricati in una macchia di bosco nei pressi di Falconara Albanese, e rinvenuti dopo circa una settimana semisepolti dalla neve.
I processi
Il crimine, rimasto a lungo insoluto, ha dato origine a partire dal 2010 a ben tre processi. Oltre a quello contro Ruà e Bruni, infatti, è stato giudicato a parte il pentito Roberto Pagano (dieci anni di pena) e, in un terzo procedimento, lo stesso Pino con Francesco Patitucci. Quest’ultimo è stato destinatario di un altro ergastolo ancora fermo al primo grado di giudizio. La sua posizione è intimamente connessa a quella di Bruni e Ruà che, con le loro confessioni, scagionavano di fatto Patitucci dall’accusa di aver partecipato alla mattanza. Al momento, nessun giudice ha dato credito al loro tentativo di revisionismo criminale. Per Bruni e Ruà si tratta del secondo ergastolo dopo quelli incassati al termine del processo Missing.