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C’era la Calabria a rappresentare l’Italia a Guadalajara, in Messico, dove si parla anche la stessa identica lingua: quella piccante del peperoncino. Laura Barbieri, presidente Fipe della provincia di Cosenza e membro del direttivo nazionale Federazione Italiana Pubblici Esercizi, era una delle cocineras del 7° Forum della Gastronomia Messicana, un evento Unesco. Era in buona compagnia, con Anna Stratigò in rappresentanza della cucina arbëreshë e Donatella Favasuli per quella grecanica.
Hanno fatto parte di una delegazione di ambasciatrici della cucina tradizionale e di ristoratrici professioniste dell’America Latina e della Spagna. Per la delizia degli appassionati del settore hanno presentato alla platea internazionale ricette e piatti della memoria. In migliaia hanno potuto assaggiare le loro pietanze che affondano le radici nella zona più strategica del Mediterraneo.
L’input di Patrizia Nardi
È stata Patrizia Nardi, esperta in valorizzazione del patrimonio culturale e WHE (World Heritage Expert) per Unesco, a proporre le loro partecipazioni, certa che gli attestati ottenuti ad Altomonte dalla famiglia Barbieri, a Lungro da Stratigò e nel reggino da Favasuli sarebbero stati la migliore presentazione della Calabria anche dall’altra parte del mondo. Patrizia Nardi, esperta in valorizzazione del patrimonio culturale e candidature UNESCO, aveva lavorato in sinergia con il Conservatorio de la Gastronomia Mexicana e la Secreteria de Cultura dello Stato di Jalisco per la definizione della partecipazione della delegazione italiana e calabrese, di cui è stata responsabile scientifico e coordinatrice.
L’idea su cui ha lavorato è stata la comparazione della cultura messicana a quella calabrese. Ha individuato aree geografiche con caratteristiche culturali e gastronomiche diverse, ma unite allo stesso modo nella salvaguardia di patrimoni secolari, come la cucina arbëreshe, quella grecanica e la cucina della tradizione calabrese pura.
«Il tema del Foro Mundial è stato la “mescolanza” tra culture – ha detto – e la nostra regione vanta peculiarità che non si trovano in altre parti d’Italia. Questo grazie ad una Calabria storicamente ospitante e alla capacità di amalgamarci ad altre comunità, così come la nostra storia racconta. Un po’ come la storia del Messico e dell’America Latina, che nonostante le ombre di un passato di conquista, conserva la memoria di un aspetto positivo anche nel contesto delle politiche di conquista, ossia la mescolanza di culture, anche gastronomiche, il melting polt che lega l’America Latina alla Spagna e all’Italia stessa».
Barbieri: «Il cibo tradizionale rappresenta la cultura di un popolo»
Laura Barbieri, a margine dei sette giorni trascorsi a Guadalajara è entusiasta. «Il cibo di qualità, autentico e tradizionale, rappresenta un elemento importante della storia di un popolo e del suo patrimonio culturale, ovunque nel mondo. Siamo soddisfatti – ha evidenziato – di aver portato il nostro contributo ad un evento di grande respiro internazionale». La Barbieri ha preparato degli zafarani cruschi con le olive nere ed i rascatieddri, i tipici gnocchetti altomontesi con cui ha conquistato l’attenzione di tutti. Anna Stratigò ha preparato un piatto arbëreshë “maritato”, indossando uno dei costumi tradizionali arbëreshë, mentre la lestopitta di Donatella Favasuli ha certificato come le origini greche siano ormai assimilate dalla Calabria.
Il progetto italiano e calabrese è stato condiviso dall’Ambasciata del Messico in Italia, dal Ministero della Cultura Istituto ICPI, dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione, da Confindustria Cosenza e Slow Food Area Grecanica. I ringraziamenti dovuti a Gloria Lopez Morales, direttora del Conservatorio de la Gastronomìa Mexicana Patrimonio Unesco e Franscisco Lopez, esperto Unesco di alta levatura, umana e professionale, per l’accoglienza ed il supporto. E ad Alessandra Mazzei, per la collaborazione in Calabria.