Uomo gambizzato a Cosenza, condannato Carlo Bruno
Sconterà due anni e due mesi per lesioni aggravate, anche la vittima è stata riconosciuta colpevole del reato di favoreggiamento insieme al pentito Noblea
Due anni e due mesi di pena sono stati inflitti a Carlo Bruno per il ferimento a colpi di pistola di Giuseppe Pignataro avvenuto il 23 luglio del 2015, circostanza che lo ha fatto finire sotto processo con l’accusa di lesioni aggravate. Sul banco degli imputati c’era anche la parte offesa che, dopo la sua gambizzazione – fu ferito a un polpaccio – rilasciò dichiarazioni false alle autorità, facendo risalire i propri guai a una caduta dalla bicicletta o a un incidente sul lavoro. La sua condotta gli è valsa l’incriminazione per favoreggiamento insieme al collaboratore di giustizia Francesco Noblea, anch’egli testimone reticente dell’accaduto.
Proprio lui, subito prima della lettura della sentenza, ha rilasciato dichiarazioni spontanee, ammettendo di aver accompagnato Bruno in motorino a compiere quella spedizione punitiva. In origine si riteneva che il movente fosse legato a piccoli debiti di droga, ma al riguardo il pentito ne ha indicato uno di natura privata. Per tutti e tre la pubblica accusa, rappresentata dal vpo Patrizia De Marco, aveva chiesto una pena esemplare: due anni di reclusione ciascuno, alla fine però il giudice ha preferito gradare le responsabilità: quattro mesi per Pignataro, difeso dall’avvocato Mario Scarpelli e cinque per Noblea, rappresentato dall’avvocato Michele Gigliotti.