giovedì,Settembre 12 2024

PRESSING | Il procuratore Spagnuolo: «Diffusione endemica della droga a Cosenza, ma occorre fare una riflessione»

Le dichiarazioni del capo della procura di Cosenza alla luce dell’ultima operazione antidroga condotta dalla Squadra Mobile

PRESSING | Il procuratore Spagnuolo: «Diffusione endemica della droga a Cosenza, ma occorre fare una riflessione»

L’indagine della procura di Cosenza dimostra ancora una volta che nella città dei bruzi c’è un elevato consumo di sostanze stupefacenti. La Squadra Mobile di Cosenza è riuscita ad intercettare i flussi di droga venduti nel territorio cosentino. Un’inchiesta che, come già anticipato, ripercorre lo stile investigativo di tante altre già affrontate nel tribunale di Cosenza. Il procuratore capo Mario Spagnuolo non usa mezzi termini, parlando del fenomeno criminale cittadino.

«Questa indagine conferma un dato di fatto: Cosenza è una città dove l’uso di sostanze stupefacenti è letteralmente esploso. C’è una parcellizzazione dello spaccio, nel senso che vi è un numero elevato di persone che svolge questa attività illecita, scelta come momento di vita per guadagnare». Il magistrato aggiunge: «Si tratta di un’indagine tradizionale che si basa su una rete di spacciatori e consumatori spacciatori, caratterizzata anche dalla violenza come momento per risolvere le problematiche interne alla dinamica dello spaccio».

«A Cosenza – spiega il procuratore Mario Spagnuolo – il problema del consumo di droga è sociale, non si risolve con lo strumento penale, in quanto ci è una diffusione endemica e probabilmente la percezione che il fenomeno criminale sia quasi depenalizzato. Le operazioni di polizia giudiziaria ci sono state e ci saranno ma perseguono solo un obbiettivo. Qui la questione invece è culturale visto che riguarda le giovani generazioni e l’età media di spacciatori e consumatori è davvero bassissima».

Questo tipo d’attività d’indagine si inserisce «in un filone investigativo che mira a colpire fatti reato riconnessi allo spaccio e si può includere in un rapporto di collaborazione con la Dda ci Catanzaro, competente per l’articolo 74. Siamo tutti consapevoli che la droga è un problema più ampio, è una delle emergenze principale di questa città».

Ed ecco il passaggio finale che esprime tuttavia una posizione personale sull’argomento. «Sicuramente l’attività portata avanti dalla struttura repressiva penale è stata indispensabile in questi anni ma i fatti individuati come reato non hanno inciso sul fenomeno criminale visto nella sua globalità. Gli spacciatori vengono sostituiti con altri spacciatori, i clan seppur depotenziati continuano nella loro opera pervasiva. È giunto dunque il momento di rivedere le politiche proibizionistiche portate avanti dallo Stato. Senza alcun dubbio continueremo ad appiccare la legge e sanzionare le condotte, ma è necessario fare una riflessione coinvolgendo le forze politiche sociali, nonché le comunità e gli educatori».