giovedì,Marzo 28 2024

Planetario, dalle stelle… allo stallo: servono i pannelli fotovoltaici ma i soldi non ci sono. E l’attesa continua

Per ridar vita alla struttura serve un nuovo bando, che però non verrà pubblicato finché non si procederà all'efficientamento energetico. Paralizzati anche i lavori nell'area circostante a causa di espropri non in regola

Planetario, dalle stelle… allo stallo: servono i pannelli fotovoltaici ma i soldi non ci sono. E l’attesa continua

Grandi opere in periodi di grande crisi. Una formula tossica che si traduce in fumo, tanto, e poco arrosto, quasi nulla. E così le speranze di vedere riacceso e rianimato il famoso Planetario, sono al lumicino nel breve ma anche nel lungo periodo. Lo stallo parte da lontano, parte dalla pandemia che non solo ha fermato il mondo ma, nello specifico, anche gli eventi. Destino ha voluto che proprio nel momento in cui un bando affidava a un privato la gestione della struttura, tutto cessasse con un decreto che ci blindava in casa e guai a uscire se non con il cane per una breve passeggiata. Poi, riaperte le porte delle case e sgombrati i balconi dai cori, ci ha pensato la guerra tra Russia e Ucraina a dare la batosta finale.

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I prezzi dei carburanti sono schizzati alle stelle e così anche quelli legati ai consumi energetici. Per una struttura come il Planetario questo è stato un problema piuttosto grave, come un pugile colpito da un gancio, ha visto le stelle ma solo dal tappeto.

Ed ecco che dopo la rinuncia del vincitore del bando, e il poco dolce naufragar dell’accordo con l’Unical per ridare un po’ di vita a un Planetario che, a leggere le cronache di qualche mese fa, doveva avere uno spazio intitolato al compianto Piero Angela, arriviamo al dunque. Nessuno prenderà in gestione la grande struttura tanto desiderata, tanto amata e tanto sospirata, finché non verrà pubblicato un nuovo bando. Ma, ed è un “ma” grande così, un nuovo bando non verrà pubblicato finché non si procederà all’efficientamento energetico del grande occhio sullo spazio (anche se è uno spazio chiuso e le stelle sono proiezioni). In soldoni, il Planetario prenderà ruggine finché non saranno montati i pannelli solari che permetteranno di risparmiare sui costi di attivazione e funzionamento al momento monstre.

Ma montare i pannelli fotovoltaici ha un costo che peserebbe come un macigno su un Comune di Cosenza dalle cui vene finanziarie stillano ben poche gocce di sangue. Dunque, ci dicono dal Palazzo, si aspetta un bando al livello regionale o europeo da agguantare, per chiudere un cerchio che al momento è solo una retta scivolosa come un’anguilla. Come pescatori sulla riva, insomma, si attende che passi il pesce grosso.

E sui lavori appaltati, decisi e quasi partiti, che interessano l’area che circonda il Planetario, spazio che si descriveva come una nuova Valencia, con tanto di Cittadella della Scienza, è tutto fermo a causa, dicono dai Lavori Pubblici, di espropri che non sono a regola. Ostacoli su ostacoli, insomma, con il risultato che è tutto paralizzato intorno allo spazio sorvegliato da un ponte di Calatrava che prima o poi andrà anche revisionato. Ma come diceva Rossella O’Hara, a questo ci penseremo domani.