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La corte d’Appello di Catanzaro ha riformato parzialmente la sentenza di primo grado dal Gup di Catanzaro emessa con rito abbreviato nei confronti di Sergio Raimondo ed Emanuele Apuzzo. I giudici di secondo grado hanno assolto per non aver commesso il fatto Raimondo dall’accusa di essere il promotore e ideatore della presunta asociazione a delinquere dedita al narcotraffico a Cosenza, mentre lo hanno condannato per i reati di spaccio in concorso con Riccardo Gaglianese. Per questa contestazione, Raimondo ha subito una condanna a sei anni di reclusione. I giudici dunque hanno accolto il ricorso dell’avvocato Filippo Cinnante che si fondava essenzialmente sulla non partecipazione di Raimondo al presunto contesto associativo.
Per quanto riguarda Apuzzo, rispetto alle contestazioni di tipo estorsivo e di ricettazione, il collegio giudicante ha escluso l’aggravante mafiosa, condannando l’imputato a quattro anni e 8 mesi di reclusione. Anche in questo caso, il ricorso della difesa rappresentata dagli avvocati Filippo Cinnante e Giuseppe Malvasi si basava sull’esclusione del metodo mafioso riconducibile alla presunta associazione mafiosa che secondo la Dda di Catanzaro sarebbe diretta dal Gianfranco Sganga. In primo grado, Raimondo era stato ritenuto colpevole di tutti i reati contestati per una pena complessiva di 17 anni di carcere, mentre Apuzzo aveva subito una condanna a 6 anni di carcere.