Cosenza, le confessioni di Porcaro: «Antonio Illuminato doveva morire»
Il boss pentito sostiene che il suo clan stesse preparando un'epurazione "eccellente", a pianificare l'omicidio sarebbero stati lui e Francesco Patitucci
Le tensioni interne alla ‘ndrangheta cosentina stavano per culminare nell’uccisione di un affiliato di peso. Le diverse anime della confederazione criminale litigavano fra loro e a pagare per tutti, secondo l’ex boss Roberto Porcaro, avrebbe dovuto essere un solo uomo: Antonio Illuminato.
C’è anche questo nei verbali del nuovo collaboratore di giustizia depositati oggi sulla scena del processo “Reset” in fase d’udienza preliminare. Ai magistrati il neo pentito racconta di come in origine Illuminato fosse un suo uomo di fiducia, tant’è che è lui nel 2013 a conferirgli la seconda dote di ‘ndrangheta. I loro rapporti però mutano radicalmente sei anni dopo.
Nel 2019, infatti, accade che il titolare di una ditta di pompe funebri riceve una chiamata estorsiva: qualcuno dell’ambiente criminale gli intima di pagare cento euro per ogni tumulazione. La vittima se ne lamenta con Porcaro che, del tutto all’oscuro della vicenda, intuisce che il regista dell’operazione sia Salvatore Ariello.
Decide così di convocare l’oscuro racketeer che aveva osato chiedere il pizzo all’imprenditore, ma all’appuntamento si presentano lo stesso Ariello accompagnato, fra gli altri, da Illuminato e da Massimiliano D’Elia. Quel giorno, con Porcaro c’è Marco Abbruzzese alias “Lo struzzo” che in seguito gli dirà che i tre «erano armati e pronti a una rappresaglia».
L’ex boss se la lega al dito. Il 4 dicembre del 2019, Francesco Patitucci torna in libertà dopo tre anni di detenzione e Porcaro sostiene di essere andato a parlare subito con lui, manifestandogli il proprio malumore per l’affronto subito. «Patitucci mi ha rassicurato sul fatto che avrebbe rimproverato Ariello e che questi avrebbe dovuto “venderci” Illuminato che ci sarebbe stato portato con un inganno e che sarebbe stato ammazzato da me e da Patitucci». Il 19 dicembre del 2019, però, scatta l’operazione “Testa del serpente” e l’arresto dello stesso Porcaro avrebbe poi fatto saltare il progetto omicidiario.