Favorirono la latitanza di Luigi Abbruzzese, il ruolo di Alessandro Cerchiara
Indagate altre sei persone oltre al cognato del presunto boss degli "zingari" di Cassano. La cattura avvenne il 20 luglio del 2018
Nell’inchiesta della Dda di Catanzaro riemerge la latitanza di Luigi Abbruzzese, ritenuto dagli investigatori antimafia, quale il capo della cosca degli “zingari” di Cassano Ionio, in quanto figlio del pluripregiudicato Francesco Abbruzzese, alias “Dentuzzo“, già condannato in via definitiva all’ergastolo. Gli investigatori lo avevano braccato il 20 luglio 2018 in una zona periferica di Cassano Ionio, in un appartamento di proprietà di una coppia originaria della città della Piana di Sibari.
A distanza di cinque anni dalla cattura, la Dda di Catanzaro ritiene di aver individuato le persone che avrebbero favorito la latitanza di Luigi Abbruzzese. L’elenco comprende Alessandro Cerchiara, Carmine Saggese, che avrebbe prestato la sua identità al presunto giovane boss, Mario Cerchiara, Maria Stella Campana, Alessia Cerchiara, Domenico Madio e Massimiliano Cerchiara.
Il gip Sara Mazzotta ha valutato in senso positivo le condotte assunte dagli odierni indagati, evidenziando come tutti abbiano fornito un valido contributo alla latitanza di Luigi Abbruzzese. In particolare, spicca il ruolo assunto da Alessandro Cerchiara, cognato di Luigi Abbruzzese, compagno di sua sorella Erminia. Alessandro, secondo quanto si apprende, avrebbe preparato i viaggi e gli spostamenti dell’allora latitante nel territorio italiano e in Germania, luogo che si interseca con le indagini di “Gentlemen 2“, attività investigativa che avrebbe scoperchiato il complesso e milionario traffico di droga a livello internazionale di alcuni esponenti delle famiglie Abbruzzese e Forastefano di Cassano Ionio.
A corroborare questa tesi ci sono le intercettazioni telefoniche e ambientali che costituirebbero una traccia utile a far comprendere il senso delle indagini, coordinate dal pubblico ministero Alessandro Riello, in servizio presso l’ufficio antimafia diretto dal procuratore capo Nicola Gratteri.