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Domenico Sprovieri, 34 anni, general manager nel settore della ristorazione e affetto da una rara malattia chiamata rene policistico autosomico dominante, sta vivendo un’esperienza drammatica nel tentativo di ottenere il farmaco salvavita di cui ha disperatamente bisogno nel sistema sanitario italiano. Dopo aver trascorso molti anni a Londra, Sprovieri è tornato nella sua città natale e ha attirato l’attenzione dei media quando, ne 2021 intraprese un incredibile viaggio in bicicletta da Londra a Corigliano-Rossano, attraversando numerosi paesi europei lungo il tragitto. Durante il mese di viaggio, utilizzò ogni tappa come opportunità per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sua malattia e per far conoscere la terapia sperimentale che sta seguendo.
Oggi, invece, è vittima di un problema relativo all’accesso al farmaco essenziale per rallentare la malattia. Iniziata come terapia sperimentale nel 2017 in Inghilterra, la somministrazione del farmaco è stata interrotta a causa dei cambiamenti nel sistema sanitario calabrese. Il processo di prescrizione e approvvigionamento dei farmaci è diventato un vero e proprio labirinto burocratico. Prima, era sufficiente presentare una prescrizione cartacea nella farmacia territoriale, ma ora è richiesto un complicato sistema telematico che spesso subisce ritardi e inefficienze nella trasmissione delle richieste.
Questo significa che da gennaio, Sprovieri è impossibilitato a ricevere il farmaco vitale a Corigliano-Rossano, costringendolo a recarsi periodicamente in Inghilterra per ottenerlo. La situazione è aggravata dalla mancanza di comunicazione e collaborazione tra i medici e i farmacisti coinvolti. Le richieste devono passare attraverso una nuova piattaforma telematica che richiede un’interazione tra specialisti e farmacisti territoriali. L’esperienza di Sprovieri solleva interrogativi sulla disparità tra il sistema sanitario anglosassone e quello calabrese. Mentre in Inghilterra il paziente può facilmente ottenere i farmaci necessari in tempi rapidi, in Italia il sistema sembra essere intrappolato in una rete di burocrazia e inefficienze. È urgente che i responsabili del sistema sanitario calabrese prendano atto di questa situazione e agiscano immediatamente per risolvere le inefficienze esistenti. I pazienti non dovrebbero essere costretti a viaggiare all’estero per ottenere cure vitali e il sistema calabrese si rivela poco innovativo.