Alcune incognite e qualche certezza. Il costruendo ospedale della Sibaritide si trova, ad oggi, in una sorta di limbo, a cantieri sostanzialmente fermi e in piena fase di valutazione della variante presentata dalla società concessionaria, la D’Agostino, al concedente, la Regione, con l’obiettivo di “ammodernare” un ospedale pensato nel 2007 e progettato dopo il 2013.

Partiamo dalle certezze. La Regione vuole portare a conclusione il progetto, non ha mai arrestato il processo evolutivo e non bloccherà l’iter. L’obiettivo attuale è quello di giungere a fine settembre con la cristallizzazione degli aspetti tecnici, funzionali ed economici di una variante che “sulla carta” ha fatto lievitare i costi complessivi dell’ospedale della Sibaritide fino a circa 300 milioni di euro dai 144 iniziali. Di questi, peraltro, ne sono stati spesi 22 per concludere lo scheletro. Il resto si troverà, ma al ribasso perché attualmente la Regione sta valutando i circa 500 elaborati progettuali della perizia, con l’obiettivo dichiarato – in termini di economicità, efficacia ed efficienza – di ribassare le richieste iniziali della D’Agostino. Poi si proseguirà con le formali approvazioni, dopo una primo accordo preliminare e di massima tra le parti. Da quanto si apprende, inoltre, rispetto all’economicità del progetto e quindi nella direzione del reperimento delle risorse, sarebbe stato richiesto un parere al Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Una delle certezze che sembrano assolute è quindi quella volontà politica, più volte sottolineata del presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, di giungere a compimento dell’opera.

La Regione ha, per questi motivi, chiesto al concessionario integrazioni e specifiche per ognuno dei 500 elaborati per evitare i problemi in fase di lavorazione. Quel che appare certo è che il punto d’incontro tra le parti – concedente e concessionario – si troverà. E per il miglior progetto possibile. Fin qui, dunque, gli obiettivi della Regione, per come appreso da notizie di primissima mano.

Seguono le incognite. Ovvero i tempi, la ripresa delle attività del cantiere a pieno regime. Ad oggi i lavori sono pressoché fermi, in attesa che si dipani questa matassa tra valutazioni di “trattative” al ribasso tra le parti. Quello che non è dato sapere è “quando”. All’orizzonte non si prospetta nessuna data, ma sarà decisiva la deadline, come accennato, prevista per fine mese, quando i costi di ognuno degli elaborati saranno tutti “limati”. 

Sempre nel campo delle incognite, nelle scorse ore è trapelata l’indiscrezione secondo cui il project manager incaricato da D’Agostino, Domenico Petrone, si sarebbe dimesso. Da una verifica pare che il giovane ingegnere di Corigliano Rossano, formatosi in importanti cantieri del nord Italia, abbia chiesto di essere sollevato solo da una delle sue deleghe, quella di responsabile della sicurezza del cantiere. 

Insomma, sull’ospedale continuano ad aleggiare sempre nubi molto scure, ma con la possibilità che presto possa tornare il sereno. A voler essere ottimisti, la consegna chiavi in mano prevista prima nel 2025 e poi nel 2027, ovvero tra quattro anni, potrebbe – il condizionale è d’obbligo – avere fondi di verità. Soprattutto in una fase in cui anche l’ospedale della Piana di Gioia Tauro, assegnato anche questo alla D’Agostino, potrebbe presto subire un’accelerata.