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Il neo collaboratore di giustizia Francesco Greco “inguaia”, più dell’ex marito Roberto Porcaro, Silvia Guido, ritenuta dalla Dda di Catanzaro quale presunta appartenente alla confederazione mafiosa diretta dal boss di Cosenza, Francesco Patitucci. Il pentito, che il 1 agosto scorso aveva deciso di “saltare il fosso”, chiedendo di poter parlare con i magistrati antimafia di Catanzaro, ha riferito sulla donna che Porcaro, nei suoi verbali finora non smentiti dall’ex “reggente” del clan “Lanzino” di Cosenza, nonostante la decisione di non collaborare più con la giustizia, aveva “escluso” da alcune dinamiche criminali.
Greco ha dichiarato che Silvia Guido «si occupava anche della gestione dei prestiti ad usura. In tal senso voglio precisare che nel periodo in cui Porcaro era in carcere avevo ricevuto dallo stesso Porcaro l’indicazione di andare a prendere da Silvia Guido il denaro necessario per effettuare i prestiti usurai. Inoltre avevo anche il compito di riconsegnare a Silvia Guido i ratei usurai che periodicamente venivano corrisposti dalle vittime di usura. In tal senso con la Guido avevamo un’organizzazione precisa per quanto concerne la scadenza dei ratei mensili».
Il neo pentito ha aggiunto di aver individuato insieme a Silvia Guido «due date, il 15 e il 27 di ogni mese al fine di razionalizzare il meccanismo di riscossione ed evitare di vederci ogni giorno con conseguente aumento del pericolo di essere monitorati e scoperti. Inoltre, voglio precisare che Silvia Guido aveva perfetta conoscenza dell’ammontare dei prestiti che del tasso usuraio praticato che ammontava al 10% mensile. La Guido difatti custodiva, all’interno di una cassaforte che si trovava nella camera da letto dei figli, in particolare dietro l’armadio, un quaderno in cui erano annotati debitori, ammontare del prestito e ratei usurai riscossi» ha spiegato Greco.
«Per quanto concerne invece la custodia del denaro provento dell’attività di usura sempre al fine di porsi al riparo dal pericolo di eventuali controlli da parte delle forze dell’ordine, la stessa era affidata a un parente di Silvia Guido che abitava nei pressi dello stadio, a poca distanza dell’abitazione di Porcaro e della Guido. La Guido – ha concluso Greco – era solita mandare i figli a prelevare il denaro destinato al prestito usuraio custodito da questa sua parente. Questa attività di rendicontazione di Silvia Guido risale per quanto a mia conoscenza, già dal 2015 allorquando cominciavo a consegnarle piccole cifre provento dell’attività di usura».