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Nell’inchiesta sul presunto narcotraffico nel carcere di Catanzaro, la Dda del capoluogo di regione, al fine di tratteggiare il profilo criminale degli indagati cosentini, ha richiamato più volte le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Tra questi, in riferimento alla posizione di Bruno Bartolomeo, emerge il verbale di Giuseppe Zaffonte, ritenuto intraneo al presunto gruppo criminale capeggiato, secondo la Dda, da Michele Di Puppo, già indicato come “l’alter ego” del boss Francesco Patitucci.
Nel parlare di Roberto Porcaro, pentito di essersi pentito, di Danilo Turboli, che ha seguito la stessa strada dell’ex “reggente” degli italiani, di Francesco Greco, collaboratore di giustizia, e di altri altri imputati del processo “Reset“, in corso di svolgimento sia a Lamezia Terme che a Catanzaro, Giuseppe Zaffonte ha riferito, come detto, anche su Bartolomeo che avrebbe «il compito di spacciare lo stupefacente e che so avere un consistente debito con Porcaro, tanto che in un’occasione, alla mia presenza, Francesco Greco ha riferito» a un presunto amico di Bartolomeo «che essendo stato arrestato Bruno Bartolomeo, avrebbe dovuto corrispondere lui il debito contratto, cosa che ha prodotto una forte agitazione» nel ragazzo.
Il racconto del pentito è proseguito sempre sul fronte italiano: «Vi dico pure che Bruno Bartolomeo” si sarebbe approvvigionato »per lungo tempo anche» da un presunto componente del gruppo Di Puppo «e le due pistole che avete rinvenuto nei pressi della sua abitazione (arrestando una terza persona) erano infatti» del soggetto citato come vicino a Michele Di Puppo.
Secondo quanto ha riferito Zaffonte un soggetto della criminalità organizzata cosentina, non imputato in “Reset“, «Marco D’Alessandro ed io, abbiamo dato il grado di “prima” a Bruno Bartolomeo», che avrebbe raggiunto i soggetti menzionati dal pentito a casa di uno di essi. «Da quel momento, Bruno Bartolomeo, si pose a nostra completa disposizione per lo spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina nelle aree urbane di Cosenza e Rende che, comunque riceveva da noi».