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Il decreto numero 69 del 14 marzo scorso, a firma del commissario ad acta della Sanità Roberto Occhiuto, è un macigno che s’abbatte sulla clinica privata Sacro Cuore di Cosenza. La rete ospedaliera, tessuta a gennaio 2023, sancisce la chiusura del reparto di Ostetricia che, inaugurato nel lontano 1958, registra una media di mille eventi nascita all’anno.
Il presidente Occhiuto spiega che la Regione ha il dovere di investire nelle strutture ospedaliere pubbliche: viene meno l’Ostetricia del Sacro Cuore, riapre quella del presidio ospedaliero San Francesco di Paola e si salva (forse) quella del Ferrari di Castrovillari, attualmente al di sotto della soglia minima dei cinquecento parti annuali.
Nel mezzo della disputa sorta tra il commissario alla Sanità Occhiuto e il gruppo Igreco, proprietario del Sacro Cuore, prendono forma i timori delle future mamme che avevano deciso di far nascere i propri figli proprio lì.
Alessia Principe è una di loro. La settimana scorsa ha creato un gruppo facebook denominato “No alla chiusura del punto nascita del Sacro Cuore” e avviato una petizione on line. Incinta all’ottavo mese, è stata ospite degli studi di Cosenza Channel, dove ha parlato a nome del Movimento spontaneo delle mamme calabresi che, nel giro di pochissimi giorni, ha raccolto migliaia di adesioni. «Vogliamo sapere se chi ha scelto il Sacro Cuore potrà comunque partorire lì».