giovedì,Febbraio 13 2025

Delitto Scorza-Hedhli, così è stata localizzata l’auto usata dagli assassini

Grazie alle macchie di ruggine e agli specchietti di colore diverso da quello della carrozzeria, gli investigatori hanno trovato l'ago nel pagliaio

Delitto Scorza-Hedhli, così è stata localizzata l’auto usata dagli assassini

Gli specchietti retrovisori di un colore diverso da quello della carrozzeria, cerchi in lega molto appariscenti e, dulcis in fundo, macchie di ruggine ben visibili su cofano e tettuccio del veicolo. È l’osservazione di questi dettagli che ha consentito agli investigatori di riconoscere nel Suzuki di Paolo Cantore, il fuoristrada utilizzato il 4 aprile del 2022 da uno degli assassini di Maurizio Scorza e Hanene Hedlhi. Da lì, si è arrivati poi a stabilire che, lo stesso giorno, l’auto in questione era stata prestata dal legittimo proprietario a Francesco Faillace, ovvero l’uomo arrestato nelle scorse ore poiché sospettato di essere coinvolto nel duplice omicidio consumato nella masseria di Francesco Adduci.

All’epoca, per venire a capo della vicenda, la Dda di Catanzaro ha potuto contare su un particolare sconosciuto a ideatori ed esecutori di quell’agguato: nel suo ultimo giorno di vita, il telefono di Scorza era tenuto sotto controllo, circostanza che ha consentito di localizzarlo proprio mentre si dirigeva nella tenuta agricola ubicata al confine tra Cassano e Castrovillari. Partendo da lì, non è rimasto che unire i puntini. I carabinieri hanno visionato i filmati delle telecamere di sorveglianza, sia pubbliche che private, disseminate nella zona e alla fine hanno trovato le immagini giuste. Ai loro occhi si è così svelato il lugubre corteo funebre inscenato dai killer a delitto ormai compiuto.

I video, infatti, documentano le operazioni di spostamento dei cadaveri dalla scena del crimine, trasportati nell’Audi della vittima con al volante uno dei sicari. L’altro, lo seguiva a bordo del Suv, l’auto “pulita” su cui entrambi sarebbero andati poi via senza dare nell’occhio e dopo aver dato alle fiamme l’altro veicolo e i corpi custoditi al suo interno. Sappiamo che non andrà così, che gli assassini saranno disturbati dall’incontro con una pattuglia della polizia municipale e così abbandoneranno in fretta e in furia l’Audi senza provvedere alla sua distruzione. In quei momenti concitati, inoltre, ignoravano che tutti gli occhi erano già virtualmente puntati su di loro. Anche se ancora nessuno poteva saperlo.

Per quanto nitide, dalle immagini della telecamere non è stato possibile decifrare la targa del Suzuki. Quei segni così caratteristici, però, lo rendevano unico, il che ha spinto gli investigatori a non disperare, ma ad aumentare gli sforzi. Non a caso, nei giorni immediatamente successivi all’eccidio, visionano ore e ore di filmati estratti dalle telecamere di sorveglianza sparse per Cassano finché riescono a fare centro. Da una telecamera psosizionata a Sibari, nei pressi della rotatoria di Sibari, apprendono che il 15 aprile, undici giorni dopo il delitto Scorza-Hedlhi, l’auto che cercano è passata di lì. E stavolta, vedono nitidamente il numero di targa.