Il cammino di San Francesco di Paola tra natura e spiritualità
Angelina Marcelli è la responsabile dell’associazione che gestisce gli itinerari: «Così lanciamo la sfida al consumismo e alla frenesia»
Durante il Covid, il lockdown ha molto inciso sul desiderio delle persone di godere degli spazi aperti in natura. Anche in Calabria ci sono i cammini. Il più conosciuto è il cammino di San Francesco. Angelina Marcelli è responsabile dell’associazione che organizza e guida il cammino. «Oggi i Cammini sono molto in voga, ma è un mondo che stava crescendo anche prima. Noi stessi abbiamo iniziato a ragionarci da circa dieci anni. Il Cammino di san Francesco è – come amiamo dire – una biografia su mappa».
In realtà il Cammino non prevede un unico itinerario.
«Il Cammino si compone di diverse Vie e ciascuna corrisponde ad un viaggio storicamente documentato e che racconta una fase diversa della vita di Francesco. Fare il Cammino significa quindi addentrarsi in una storia sostanzialmente narrata dalla stessa esperienza, ma è anche una sfida al consumismo e alla frenesia di questi nostri tempi».
Oggi non si tratta solo di un fatto spirituale, com’è stato nei secoli. C’è ben altro. C’è ricerca, sfida, voglia di fuggire da un modello di società sempre più caotico e stressante.
«Non siamo in grado di fare la conta, ma i pellegrini veri e propri, cioè quelli che affrontano il cammino per ragioni esclusivamente spirituali, sono pochi, anche perché non si tratta di una passeggiata che può affrontare chiunque senza preparazione fisica. Ogni camminatore affronta questa esperienza con una motivazione personale. C’è chi lo fa per amore della natura, perché desidera immergersi in ambienti diversi. C’è chi vuole conoscere un aspetto particolare della nostra terra come, ad esempio, le tradizioni dei borghi che si attraversano. Tutti, alla fine, scoprono il volto umano della Calabria e la storia di un Santo che alcuni nemmeno conoscevano».