Corigliano Rossano, Lo Moro: «Non c’è alcun abuso di potere»
Il funzionario chiarisce la sua posizione dopo gli attacchi subiti dalle opposizioni consiliari e da Fratelli d’Italia. «Sono una figura superpartes. Il processo per falso ideologico? Non rifuggo, ho chiesto l’abbreviato, per giungere celermente ad una conclusione a me favorevole»
Le “raccomandazioni” dell’Autorità nazionale anticorruzione al comune di Corigliano Rossano – dopo una “denuncia” delle opposizioni consiliari – hanno sollevato un caso politico. Con al centro anche il segretario generale del comune, Paolo Lo Moro. Il funzionario del Ministero dell’Interno, in una nota, fa chiarezza sulla sua posizione e sugli attacchi provenienti da Fratelli d’Italia e dai gruppi di minoranza in consiglio comunale che lo accusano di “abuso di potere” e “conflitto di interessi”.
«Con riferimento alla circostanza che io avessi concentrato negli ultimi mesi un preoccupante cumulo di incarichi (dirigenze ad interim, per la precisione)», e «come sollevato dallo stesso partito in un esposto all’Autorità Nazionale anticorruzione», in cui «si è paventata l’esistenza di un latente conflitto di interessi, essendo io il responsabile della Prevenzione della corruzione dell’ente».
Lo Moro precisa che «il mio non è l’esercizio di un potere, ma caso mai l’espletamento di un servizio pubblico, caratterizzato per definizione dalla terzietà. Io non sono parte, in nessun senso si possa intendere tale termine, ma il garante di un equilibrio politico-amministrativo al servizio solo ed esclusivamente dell’interesse pubblico. È altrettanto evidente che “abuso” non può esservi, perché, fin dalla nomina segretariale, effettuata a seguito di selezione colloquiale e comparativa, alla radice del mio incarico c’è un atto monocratico, che è il decreto sindacale».
I motivi del surplus di incarichi ed il carteggio con Anac
«Ebbene, anche nella circostanza del paventato cumulo di incarichi, è un decreto del sindaco – sottolinea il segretario generale – a decidere il “se” e il “come”, ossia a motivare l’atto. Io mi limito a rispondere presente, come ho sempre fatto nella carriera, e a mettermi al servizio della collettività amministrata. Importante precisare che questo “cumulo” di dirigenze ad interim avviene senza un ritorno economico, a titolo assolutamente gratuito; io percepisco il mio stipendio e basta».