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Due persone sono indagate nell’ambito dell’inchiesta innescata dall’incidente occorso a una bimba di due anni, finita in ospedale per aver ingerito marijuana. La novità è che, oltre al padre ventottenne della piccola, finito ai domiciliari già nell’immediatezza dei fatti, l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio è mossa anche a una sua amica di 53 anni.
C’era lei, infatti, nell’abitazione dell’uomo nel momento in cui i poliziotti sono entrati per operare una perquisizione. In quel momento, il genitore si trovava in ospedale insieme alla bimba, risvegliatasi dopo essere rimasta in coma farmacologico per qualche ora e poi dichiarata fuori pericolo dai medici.
E mentre tutti brindavano allo scampato pericolo, per il suo papà scattava l’arresto proprio in virtù del ritrovamento di alcune canne di marijuana, già steccate e pronte alla vendita. Che fosse proprio questa la destinazione ultima dello stupefacente, gli investigatori lo desumono dall’altro materiale sospetto rinvenuto nell’abitazione: bilancine di precisione, attrezzi per il confezionamento e, soprattutto, denaro contante, oItre quattromila euro ritenute provento dello spaccio.
Attività in cui, evidentemente, si sospetta sia coinvolta la donna che, al pari dell’altro indagato, durante le perquisizioni ha rinunciato alla facoltà di farsi assistere da un legale. In seguito, però, entrambi hanno provveduto a nominare i rispettivi difensori, nominando gli avvocati Gianluca Garritano e Mario Scarpelli.