La storia di Castrolibero, dall’accampamento dei Franchi al regno di Orlandino Greco
Saraceni, terremoti e dominio dei Greco: il Comune conosciuto come "Castrufrancu" dai più anziani potrebbe finire la sua storia con l'esito positivo del referendum
Ultime ore anche per Castrolibero? Chi può dirlo. Fatto sta che, se dovesse vincere il referendum per la città unica, la storia di Castrolibero quale comune a sé terminerebbe. Una storia anche qui ultracentenaria, le cui prime tracce, a differenza di Rende e Cosenza, arrivano direttamente dal IX secolo. Ripercorriamola allora, in attesa di conoscere l’esito del referendum su LaCNews a partire dalle 23.
La storia di Castrolibero parte dai Saraceni
Castelfranco, o “Castrufrancu“, nasce come realtà nel nono secolo dopo Cristo, gli anni della dominazione saracena su Amantea. Proprio alla presenza dei mori si deve l’accampamento in quella che una volta era chiamata “Pandosia” da parte dell’esercito di Ottone di Bergamo. Un accampamento di provenienza franca e, da qui, ecco Castelfranco, “Castrufrancu“, da castra, accampamento, e francorum, dei franchi. Poi divenne Castelfranco, stante l’ambivalenza latina del sostantivo “castrum” (accampamento e castello). Fu la base di uno degli eserciti che liberò in prima istanza la Calabria dai Saraceni stanziati sulle coste tirreniche. La storia di Castrolibero parte dunque da una battaglia.
I secoli successivi e la loro rievocazione
La battaglia contro i Saraceni segnerà la storia di Castrolibero, tanto che ancora oggi nella rievocazione della “Notte Crociata” vengono indicati alcuni dei momenti più importanti dei secoli post-medievali. Ma anche la fedeltà alla croce giurata dai soldati di Pietro Ruffo, conte di Catanzaro, e poi il domino dei Sanseverino, feudatari di Carlo V, seguendo in questo caso il destino di Rende e di Annibal Caracciolo di Napoli. Castelfranco conoscerà poi l’esperienza dei Comuni, che però, allora, si chiamavano Università.
La storia di Castrolibero passa fra Università e terremoti
A fine ‘500 nasce l’Università, una sorta di agorà sul modello dell’Atene democratica del IV secolo avanti Cristo. Un istituto le cui riunioni si tenevano in pubblica piazza, con il cosiddetto parlamento che approvava i libri fiscali. La storia di Castrolibero vive dunque un momento di grande democrazia finché il terremoto del 1638 non distrusse gran parte della città costruita. Ne seguirono altri, come quello dell’8 settembre 1905. Un progetto che mise il segno stop alla nascita della Torre dell’Orologio, che verrà poi inaugurata nel 1912.
L’Unità d’Italia, i briganti e il cambio del nome
Nel 1861 la storia di Castrolibero s’intreccia ancora con quelle di Rende e Cosenza grazie all’Unità d’Italia. Ma già negli anni precedenti, come per i comuni limitrofi, diversi abitanti presero parte ai moti carbonari. Nel 1863 Castelfranco diventa Castrolibero. La richiesta arriva proprio dall’incredibile varietà di paesi e città con lo stesso nome che c’erano nel neonato regno. Non mancarono ovviamente i briganti, che si nascosero nella Grotta di Donna Placida, ma vennero sgominati qui come nel resto della Calabria.
L’epoca dei sindaci, due cognomi al comando
Le prime elezioni post-Tangentopoli, con l’elezione diretta dei cittadini, videro salire al municipio Vincenzino Carmine Aiello, rieletto nel 1999. Fra il 2001 e il 2013 la storia di Castrolibero vide l’arrivo di Orlandino Greco, all’epoca giovanissimo politico rampante che vinse le elezioni. Dopo la caduta a causa delle dimissioni dei consiglieri rivinse nel 2003 e nel 2008, poi passò la mano a Giovanni Greco fino al 2023, quando toccò nuovamente a Orlandino Greco candidarsi e vincere le Comunali. Anch’egli grande fautore del No, potrebbe essere l’ultimo sindaco di Castrolibero prima della fusione.