mercoledì,Aprile 23 2025

La storia di Rende, da Spartaco fino al commissariamento

Arintha, poi Rende, ha intrecciato spesso i propri secoli con quella di Cosenza: il Castello di Boemondo, l'acclamazione per Vittorio Emanuele re d'Italia, la democrazia e l'attentato a Sandro Principe

La storia di Rende, da Spartaco fino al commissariamento

Saranno le ultime ore di Rende? Difficile da dire, almeno fino all’esito del referendum che potrete seguire in diretta a partire dalle 23 stasera su LaC Tv, canale 11 del DTV, 411 di Tivùsat e 820 di SKY. Intanto, però, la storia di Rende come comune indipendente potrebbe chiudersi stasera se dovesse vincere il sì. E allora ripercorriamola, dalla fondazione ai giorni nostri.

La storia di Rende inizia da… Arintha

A Cosenza i Brettii, a Rende gli Enotri. Il popolo che fondò Acheruntia si spostò poi verso un territorio più ospitale. Ed ecco nascere Arintha, quella che oggi è Rende. Le testimonianze portate da Ecateo di Milito ne uniscono la storia a quella di Consentia, in un’ironica previsione della fusione odierna. La storia di Rende conosce la prima vera svolta quando per i suoi territori passa Spartaco, il leader della rivolta degli schiavi, che attirò a sé diversi rendesi i quali andarono così incontro alla morte.

Barbari, Saraceni e Normanni

La storia di Rende conosce grossomodo le stesse dominazioni già conosciute anche da Consentia. Prima l’arrivo dei Barbari, poi quella dei Saraceni. L’arrivo dei Normanni, nel 1059, pose fine all’invasione musulmana e i rendesi poterono rientrare nel loro territorio. In quel momento Rende conobbe un momento di grandezza incredibile.

Boemondo cambia la storia di Rende

Nel 1095 venne edificato il Castello di Rende per volere di Boemondo di Altavilla, che ne fece residenza privilegiata. L’anno successivo Boemondo partì per la crociata insieme a Piero Migliarese, un cavaliere rendese, insieme ad altri dodici concittadini. Dopo la morte di Boemondo e il terremoto del 1184, Rende subì la richiesta di tributi da parte di Enrico VI, dal cui giogo venne liberata da Gioacchino da Fiore prima e dalla morte del sovrano poi. E il castello? Le sue tre torri svettano sul gonfalone del comune ancora oggi. Almeno per ora. Intanto, il territorio di Rende divenne di proprietà dell’Arcivescovo di Cosenza.

Fra Angioini e Aragonesi sempre nel segno di Cosenza

La storia di Rende prosegue comunque sempre sotto il dominio della vicina Cosenza. Con gli Angioni fu ancora il Vescovo-Conte di Cosenza a prendere possesso di Arintha, mentre nel 1437 seguì il destino di tutta la Regione e passò in mano aragonese. Dopo l’interregno della Famiglia Adorno e dei Sanseverino, Rende passò a don Pedro d’Alarcon, governatore di Cosenza, tornando a intrecciare la propria storia con quella della città vicina.

La storia di Rende, dalle rivolte all’Unità d’Italia

Gli anni della Rivoluzione Francese videro diversi rendesi interessarsi agli eventi d’Oltralpe, iniziando a nutrire un certo antagonismo nei confronti dei regnanti. Antagonismo poi sfociato nell’adesione ai movimenti carbonari per i moti fino all’Unità d’Italia, arrivata nel 1861 e accolta con pieno favore. La storia di Rende, da questo punto di vista, ha un giorno cerchiato in rosso sul calendario. Il 24 agosto 1860 la città insorse contro i Borboni e acclamò il Re d’Italia Vittorio Emanuele II.

La Rende democratica, l’attentato a Sandro Principe e il commissariamento

Il primo sindaco eletto dal popolo a Rende fu Francesco Casciaro, eletto nel 1995. Dal 1999 al 2005 durò invece l’era di Sandro Principe, già deputato nella decima e nell’undicesima legislatura e, oggi, uno dei più accesi sostenitori del “No” alla città unica. La storia di Rende, però, viene macchiata di sangue. Il 29 maggio 2004, durante l’inaugurazione della Chiesa di San Carlo Borromeo, un uomo si avvicinò all’allora sindaco e dopo avergli stretto la mano gli sparò in volto. Venne rieletto sindaco, poi consigliere regionale, mentre la vita continuava a scorrere e si alternavano primi cittadini. Fino al tentato ritorno del 2019, quando sfidò Marcello Manna che però lo sconfisse. Ma l’ultimo colpo di scena non tarda ad arrivare. All’alba del primo settembre, una vasta operazione della DDA di Catanzaro pone ai domiciliari proprio Manna. Comune commissariato. Adesso la città unica, ma in teoria fra meno di un anno ci saranno nuove elezioni. Chissà cosa accadrà e chi sarà, eventualmente, l’ultimo sindaco di Rende.

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