martedì,Aprile 29 2025

Disturbi alimentari, anoressia seconda causa di morte nelle donne dopo gli incidenti stradali

Il dato allarmante emerso durante il corso di formazione organizzato a Rende dalla società ECM e rivolto a psichiatri, psicologi, biologi e professionisti sanitari che operano nell'ambito della prevenzione e della riabilitazione

Disturbi alimentari, anoressia seconda causa di morte nelle donne dopo gli incidenti stradali

Anoressia nervosa, bulimia nervosa e alimentazione incontrollata sono i tre disturbi principali del comportamento alimentare. A queste patologie – definite complesse, perché attengono tanto alla dimensione biologica quanto a quella mentale – è stato dedicato il convegno medico organizzato a Rende, con il patrocinio di Regione Calabria, Unical e Asp di Cosenza, dalla società ECM (Educazione continuativa in Medicina).

Cristina Segura Garcia, docente associato presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro, ha esordito: «Da quando ho iniziato a lavorare, la consapevolezza sociale su queste patologie è sensibilmente aumentata. È necessario che le persone non abbiano timore di chiedere aiuto. La spiegazione che sta alla base dello sviluppo di queste patologie è sicuramente multifattoriale. Negli ultimi anni abbiamo scoperto che ci sono una serie di geni “candidati” che predispongono le persone ad ammalarsi. A ciò, si aggiungono una bassa autostima e un canone di bellezza attesa sempre più alto».

Nel caso in cui un genitore sia insospettito dal comportamento alimentare “anomalo” di un figlio, il primo passo da compiere è sicuramente quello di individuare il Centro sanitario specializzato più vicino. La professoressa Cristina Segura Garcia informa: «Su input del ministero della Salute, sono stati creati centri e ambulatori che rientrano nel Servizio sanitario nazionale. Quello che vanta una esperienza più consolidata, è certamente l’ambulatorio dell’Azienda universitaria Dulbecco di Catanzaro. Ma anche a Crotone, esiste un ambulatorio dedicato all’età infantile e uno per gli adulti. Vibo può contare su quello gestito dalla dottoressa Politano e sul Centro di Salute Mentale. In provincia di Cosenza, ci sono gli ambulatori della città capoluogo e quello che opera a Cetraro. A Reggio Calabria, sono attivi gli ambulatori di Palmi e Locri».

Erminia Mannarino, neuropsichiatra infantile in servizio presso l’Asp di Cosenza, racconta come il Servizio sanitario nazionale di recente si sia adoperato per colmare il gap del passato: «L’ambulatorio di Cosenza è diretto dal dottor Ambrosio, mentre quello di Cetraro è sotto la guida del dottor Barreca. Per poter accedere al servizio, è sufficiente l’impegnativa del pediatra di famiglia. È prevista una prima fase di inquadramento diagnostico, che è la parte più importante, dopo la quale si intraprende un percorso di psicoterapia individuale e familiare, e, se necessario, anche un trattamento di tipo farmacologico».

La neuropsichiatra infantile Erminia Mannarino evidenzia come, dopo la pandemia da Covid 19, i disturbi del comportamento alimentare tra i più giovani abbiano subìto una pericolosa impennata: «Si è notevolmente abbassata l’età di esordio del disturbo alimentare, abbiamo pazienti di appena otto o nove anni che praticano una drastica selezione degli alimenti ingeriti. Fortunatamente, se si interviene in tempo, è possibile evitare che la patologia si strutturi in maniera irreversibile, portando alla morte».

A dare il proprio contributo anche la professoressa Daniela Bonofiglio, docente dell’Unical presso il Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione: «Dal mio punto di vista, è necessario puntare sulla formazione dei medici, perché l’ultimo Rapporto della commissione scientifica della Società italiana di Nutrizione clinica e metabolismo ha messo in evidenza come la formazione delle figure professionali in relazione a queste patologie sia ancora molto carente». Sicuramente la sfera psichiatrica e psicologica è prioritaria, ma anche quella nutrizionale merita di essere ulteriormente valorizzata».

Maria Rosaria Juli, psicologa e psicoterapeuta, è direttore sanitario del Centro medico Biolife di Cosenza: «Il ruolo del nostro Centro è fondamentale, perché ci sforziamo di coniugare la cura del paziente con quelle che sono le sue normali attività quotidiane, come andare a scuola. Offriamo ai pazienti la possibilità di seguire un percorso di cura diurno dalle 15 alle 20, lasciando la mattinata libera». Alla domanda se sia possibile guarire dai disturbi del comportamento alimentare, la dottoressa Juli risponde: «Assolutamente sì, ma è importante riuscire a cogliere tempestivamente i primi campanelli d’allarme, rivolgendosi a un personale medico altamente specializzato».

Dalla sanità all’impegno sociale. Angela Parise è la presidente dell’Associazione ADAC che opera a Cosenza da circa quattordici anni: «Esisteva un’alta richiesta di aiuto da parte delle famiglie che non sapevano a quali Centri rivolgersi. Così abbiamo creato un’associazione di volontariato rivolta ai familiari di persone colpite da disturbi del comportamento alimentare, che fosse in grado di offrire una consulenza specialistica da parte di psicologi e nutrizionisti. Inoltre, organizziamo dei Gruppi di “auto-aiuto” e svolgiamo attività di prevenzione nelle scuole. Il fenomeno dei DCA – continua Angela Parise – per fortuna riveste maggiore interesse rispetto al passato. E questo è un bene, considerato che l’anoressia, dopo gli incidenti stradali, è la seconda causa di morte nelle giovani donne. In Italia oggi ne soffrono circa tre milioni di persone, ma come associazione siamo convinti che i numeri siano ancora più alti a causa dei casi che rimangono sommersi».